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Venerdì 9 Novembre 2012
GUITAR HERO
«Nel futuro la chitarra avrà ancora un ruolo di primo piano,
ma non so dire se essere un virtuoso sarà ancora importante»
[Steve Vai].

E il Chitarrista non è forse un Poeta? BELLI VOI! Ululate più forte che «sì! Ho ragione!» – ma prima... Spiegatemi perché... Quando scrivo che il Chitarrista è un Poeta – NON vi glasso di menate liriche... Il Chitarrista è un Poeta perché il VERO Chitarrista come il VERO Poeta: ha mangiato *pane e tecnica*, per poi rimetterli, dimenticandosene...
In nome del GUSTO!
.
Assoli che durano un quarto d’ora sono eccitanti per i neofiti tanto quanto lo sono i trimetri giambici perfetti... Appurato questo... Introiettata [no! Non è una volgarità, levatevi quei sorrisi beoti dal viso!] la Tecnica – IL GUSTO è LA VERA CIFRA di chi, Chitarrista e Poeta, padroneggia le basi al punto di non doverLe più mostrarLe o dimostrarLe.

E con Amanda e con GUITAR HERO



V’invito a pensarci; discuterne; confrontarci e scannarci;...
V’invito in quel di PostPopuli
V’invito nella *zona del ponte*:


« vago nella zona del ponte,
e seguo la strada
[la guarda], la sposa clemente »:

mi dice. Mi parla di quella fede,
sorride complice, sorride
sorride semplice: la Libertà

solo – solo questo – ti sposo
senza fine, il rito si ripete,
[sempre seduce
la vita giovane], Sonanta
così, da secoli, da Siviglia:
quella bella dama che bascula
incocca la forma d’una chitarra!

Malìa che vedo, che vivo – sono
dove tutto può ancora accadere
sono dove tutto accade – io sòno
tempo; la respiro forte – a lungo
la tocco; la vivo; corpo vuoto, corpo pieno
mancino, destro, la pizzico, e la carezzo
continuo: stretto, la premo al petto.

Frullo di dita, tra carne e unghia
si concertano grida
e morbida e torbida
e graffia e prega – sanguina
la mia santa chitarra
cura, consola, rimane in attesa

UNA PAUSA

scivola, corre, cerca un passaggio!
Sesta, quinta, quarta, terza, seconda
e prima
la marcia ci modifica,
rallenta quando dolce si dedica...

Una pietra che rotola, una piuma precipita
e leva il polso, il polso che trema, inclina
la mano, ancora: danza, dilata, dardeggia
il ventaglio che piega appoggia armonizza
lungo il manico della bellezza – si allunga
l’eco del mondo, lungo il collo di bottiglia
che ha spezzato: rotto il vetro diventa cavo
sul cilindro di demoni blu – conquista l’aria

e lo spazio per intero, così preciso, lo pervade
ora lei lo possiede, e viene prima e viene dopo

prima in pancia, e poi dietro – sulla schiena
dove è cinta, spinge nel canto, lungo le scale
nell’angolo dove – la cassa è pronta, attende
mamma morte aspetta: il pubblico applaude
fino alla fine del fiato – e c’è ancora tempo



quando è steso sulla corda chiara
è un motivo scritto: cinque righe
e quattro spazi – una linea di luce
e li hanno bruciati, bruciano bene

cenere di chitarra e cadavere
dal cimitero si sente che vive
tutte le potenti pulsioni secrete
dalle più acute – alle più gravi
dalle più felici – alle più atroci.

Suoni nelle zone del ponte?
Accordi i vagiti delle strade...



Commento lasciato da Michele Bensa, Sabato 10 Novembre 2012 alle ore 18:20

Sostituito al metallo delle corde , che da soddisfazione tramite DOLORE (pressione, più SOFFERENZA = RISULTATO), una successione di tastini di PLASTICA, hai il GUITAR HERO giochetto ELASTICO per bambino SPASTICO. Il chitarrista moderno viene perseguitato così con una grattatina sulla pancia, buttando acqua sul FUOCO (se si tratta di passione) e buttando anche Illusioni sul SOGNO ERIOCO (l'obiettivo che diventa irraggiungibile appunto perché si mostra LA VIA FACILE)


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