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Giovedì 17 Giugno 2010
Hilary Studio
LiveUs pensa che oltre agli attori siano importanti anche registi, tecnici, produttori e comparse. Oltre ai consueti approfondimenti che vedono gli artisti in primo piano, abbiamo deciso di occuparci anche di chi vive immerso nella musica (spesso “altrui”) mettendo a disposizione competenze e risorse acquisite lungo anni di esperienza.

È questo il caso di Rossano “Rox” Villa, molto più di un semplice fonico o un ex-trombonista: facciamo insieme quattro chiacchiere nel suo studio di Genova - Cornigliano: Hilary Studio.


Quale percorso ti ha portato a scegliere la professione del fonico di studio?

In realtà la mia figura è composta da più aspetti: l'arrangiatore, il fonico, il musicista e direi anche lo "psicologo" eh eh... sono tutti aspetti che mi appartengono e devo avere per poter lavorare. La scelta di svolgere questo ruolo è maturata negli anni passando da musicista (da ragazzino suonavo il trombone nei mad Kriminal, o più recentemente nei meganoidi) ad arrangiatore (ho lavorato per Silvia Dainese, Meganoidi appunto) ed oggi ho il mio studio dove posso utilizzare tutte queste risorse per tirare fuori la musica degli artisti che vengono a registrare.

Qual è il musicista – o lo strumento - più difficile da gestire e perché?

...il musicista più difficile è quello velleitario che pecca un po’ di egocentrismo fine a se stesso... per intenderci quello che vuole alzare il volume solo della sua prestazione! e qui bisogna essere un po’ psicologi come dicevo prima perchè bisogna saper gestire non solo il lavoro tecnico ma anche quello umano.
Parlando di strumenti invece ho trovato molta soddisfazione a confrontarmi con l'acustica delle chiese nella registrazione di organi e clavicembali, una vera e propria sfida; si trattava di far suonare oltre che lo strumento anche proprio tutto l'ambiente e devo dire che i lavori che ne sono usciti hanno reso merito al musicista.

Potresti individuare delle ipotetiche categorie di musicisti in base ad alcuni tratti comuni? Che ne so: il nervoso, il tranquillo, lo sbruffone, il “sordo”, il pignolo maniacale...

...guarda sui musicisti si possono dire tante cose, ma in fondo alla fine quello che conta è la musica che vogliono tirar fuori; in effetti ci sono quelli nervosi, quelli velleitari, le "prime donne" etc, ma non ci si deve lasciare influenzare dal carattere, piuttosto bisogna essere sopra le parti e coordinare le cose, "sfruttando" - in senso buono - la personalità di ognuno.

Ti è mai stato chiesto d’esprimere un parere sulla qualità d’esecuzione di una take che ritenevi migliorabile? Se sì, come ti sei comportato e quali reazioni hai ottenuto?

Assolutamente si, il mio lavoro è quello di ottenere il meglio del musicista che ho di fronte; se si può parlare di etica in questo lavoro, questo è proprio uno dei suoi aspetti: in primo luogo l'atmosfera che ci dev'essere per registrare è quella di serenità e relax in modo che il musicista sia a proprio agio e quando trovi persone un po’ più emotive si lavora per smorzare la loro tensione.
Questo mi permette di puntare già a take migliori. In ogni caso, quando occorre cerco sempre di suggerire strade e soluzioni mirate. La finalità è la buona riuscita della registrazione e del lavoro e le reazioni sono messe di fronte a questo obiettivo, quindi alla fine è il brano che parla da solo e il musicista se ne rende conto ( nel bene o nel male ).

Si sono instaurati degli scambi costruttivi, oppure si trattava di tentativi di rassicurazione, ricerca d’approvazione del musicista?

Entrambe le cose. Le situazioni che si creano sono tante e diverse quante sono le persone e i loro caratteri, quindi devo dire che incontro musicisti che hanno bisogno di una parola di incoraggiamento oppure quelli che magari si sentono un po’ prevenuti e vogliono metterti alla prova o anche musicisti che sono felici di confrontarsi senza timore.

Partecipi attivamente durante il lavoro in studio, proponendo alternative e arrangiamenti, oppure preferisci lasciare totale libertà agli artisti?

Dipende dal tipo di lavoro: spesso mi capita di "collaborare" negli arrangiamenti o esprimendo soluzioni e idee, altre volte non mi è richiesto perchè l'artista arriva sapendo bene cosa vuole e con le idee chiare su come deve suonare il suo lavoro. In realtà poi sia in un caso che nell'altro, ho sempre la mia parte personale, magari riguarda la scelta dei microfoni e cose tecniche che influiscono tanto quanto la scelta di un arrangiamento piuttosto che un altro, e questo in fondo non è altro che il carattere dello studio.

Quali difetti hai riscontrato più comunemente nelle persone per le quali hai lavorato?

Non parlerei di difetti, ognuno è fatto a suo modo: preferisco dire che tanti hanno bisogno di un posto dove sono trattati bene, intendo considerati per la loro musica, seguiti nelle esecuzioni delle registrazioni, valutati per la loro espressività musicale, se vuoi il difetto che vedo più spesso è la diffidenza, ma forse questa nasce da esperienze poco felici che la gente fa.

Quali consigli ti senti di dare a chi si appresta a registrare? Potresti stilare un elenco di attività da fare e NON FARE per migliorare la resa?

Intanto non c'è consiglio migliore dell'esperienza diretta: registrare in studio è tutt'altra cosa che suonare live e bisogna sbatterci la faccia in prima persona, eh eh.... posso dire che arrivare preparati sapendo la propria parte è già metà dell'opera, sembra ovvio e banale ma ti assicuro che non è cosi; spesso ci si illude di riuscire a "fare tutto in un paio d'ore" ma non bisogna peccare di superficialità, si sprecano tempo e denaro; e poi essere riposati permette di essere più padroni di se e ricettivi. Ah... una cosa da NON FARE è portare la birra o la cocacola e posarla aperta davanti ai rack: divento matto! Sembra incredibile ma succede un sacco di volte.... ecco questo è un difetto che ho riscontrato nelle persone! eheh...

Per quanto riguarda il puro aspetto di fonico, quali dischi/lavori dei grandi nomi hai apprezzato di più nel tempo e vorresti consigliare?

Credo che sia un po’ come comprarsi un paio di mutande, ad ognuno il proprio gusto.. poi a livello tecnico ho un mio mito forse non un must del recording ma davvero un genio ed è colui che mi ha praticamente insegnato le cose principali, ovvero Stefano Cesca... fonico in passato di Ligabue ed altri nomi grossi. Non dimentico però i primi lavori fatti sotto la super visione di Federico Foglia con cui ancora adesso collaboro nonostante la distanza oceanica.

Qual è il tuo lavoro di cui sei più orgoglioso?

Direi un po’ tutti,nel senso che per una o l'altra cosa sono sempre innamorato dei brani a cui lavoro. Certo, ci sono brani che per qualcosa mi danno di più e altri meno. Poi, se devo dirla tutta il lavoro di cui vado più orgoglioso è "U STOOPID" Quasar, ma perchè sono legato a livello affettivo per tre motivi: il primo perchè fa parte di me, il secondo perchè mi ha dato una figlia ed il terzo perchè amo come suona lei.

Hai mai partecipato come fonico durante un live, oppure avresti voluto farlo?

Mi ritengo prima di tutto un musicista con capacità tecniche anche in studio,ma credo siano due cose diverse il live e lo studio,forse perchè si affrontano in maniera diversa, per cui credo che continuerò in studio il mio lavoro.

Spesso un artista che deve realizzare una demo o un disco è incerto a proposito della qualità e cura (spesso proporzionali all’investimento economico) da dedicare ai propri brani: può scegliere di fare un lavoro mediocre per tastare il terreno intorno a sé, oppure dedicare ogni attenzione e risorsa al fine di un buon prodotto, di qualità: qual è l’opinione di chi segue e talvolta dirige lungo questo percorso?

Quando prendo un lavoro, sia che si tratti di una demo o di un disco ufficiale, il mio impegno è lo stesso. Questo lo garantisco per rispetto di chi si guadagna le cose, primo, e secondo per etica, è il mio lavoro e pretendo da me stesso di farlo bene. Il discorso sulla strategia da seguire dopo la realizzazione del disco è un'altra cosa: voglio dire se faccio ascoltare un buon lavoro per monitorare il terreno avrò più probabilità di essere considerato, no? Cosa intendi poi per buona qualità? Una macchina da corsa ha di certo prestazioni migliori di una utilitaria, ma è chi la guida che fa la vera differenza! In sostanza penso che sia che si tratti del professionista o dell'emergente, i lavori vanno fatti con criterio. Non avrebbe senso spendere energie e denaro per un lavoro mediocre; a quel punto meglio il fai da te in casa con un home studio, è più economico e meno rischioso.

Cosa desiderano gli artisti che registrano da te? Ti sembrano consapevoli rispetto alle loro esigenze/aspettative? Arrivano con le idee chiare?

Come dicevo prima, alcuni sanno perfettamente cosa vogliono, altri spesso si sopravvalutano: penso che ci voglia una buona dose di umiltà per lavorare in studio, gli errori e le imprecisioni vengono fuori come funghi se si prende sottogamba. Comunque, prima di prendere un lavoro faccio sempre un incontro per capire chi ho davanti e cosa vuole e programmo le cose in base a questo. Trovo inutile iniziare un lavoro se non sai cosa vuoi e come lo vuoi realizzare, fare una preproduzione serve tanto a me che capisco dove devo dirigermi tanto all'artista che vuole registrare, evita perdite di tempo prezioso, energie e soldi, ma soprattutto è la base di partenza su cui lavorare, come dire: chi ben comincia....



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