SPACE BOY: VINCE PÀSTANO E QUELLI DI.
Caro Dave Grohl, scusa.
Banalmente umana e, incidentalmente, femmina – mai sopportai essere «per complemento» la
figlia di o la
pupilla di... Proposi e imposi la mia individualità – e pedate e poi pernacchie e poi pestoni; e imposi la mia
identità non
identica e non
eidetica: gavetta, gomito e ginocchia; studio speranza e scelta.
Scusa, Dave Grohl.
Per me sei sempre stato «il batterista di Kurt» [e non dei Nirvana, ma sono ossessioni mie] e mai compresi la Tua sofferenza. Càpita io voglia scrivere articolo per elogiare ultima Opera di Vincenzo Pàstano e... ?
Dave Grohl, scusami
perché la Tua storia è Storia. E ricordo un chitarrista che mi insultò: «il MIO chitarrista? Fottiti Niki, non siamo di Tua proprietà». Da quel giorno [oltre a smettere cantare] compresi sarebbe stato più utile AGIRE PAROLE PER ELOGIARE e correggere tiro: «il chitarrista che collaborò con me».
E quindi? Quindi è un po’ come Babe: tutti sappiamo chi sia, ma rimane «quella di» Dirty Dancing [vi sfido TUTTI ricordarne nome senza vaticinare Rete]. Per gli attori è ancora più dura liberarsi del personaggio. Solo il Duca si ammazza e si rigenera. Pure: Lemmy era il
roadie di Hendrix. Chi lo ricorda? Lemmy – ORA – è Lemmy. Il Duca è il Duca e Vince Pàstano è Vince Pàstano. Punto fermo.
E quando mi giunse
SPACE BOY di Vince Pàstano [regolarmente acquistato, così, neh? Non marchetto a gratis... Immaginarsi io marchetti pagando] fu scintilla sinaptica spolmonare: David Bowie!
Hallo Spaceboy – prima ancora sapere fosse il Suo soprannome – e non
Starman! Cazzo, Vince, inchino all’umiltà: Boy ≠ Man [e
spazio vanta molte più definizioni di
stella, ma queste sono masturbazioni linguistiche che Vi evito, incluso Dave Rodgers per titolo... ].
ASPETTO SAPERE COSA NE PENSI, mi scrisse LUI.
[E sono volatili per diabetici... Cazzi amari! Cosa vuoi che ne pensi, Vincenzo? Non pronosticai *QUANTO* sarebbe stata ardua recensire la Tua Opera senza sembrare lo facessi per *altri fini*. Lo compresi DOPO averla redatta e dopo metà dei miei contatti mi smarmellò anima con: «ma tu dai del Tu a Vincenzo Pàstano?». Anche a Tran Quang Hai, se è per questo, ma non polemizziamo].
Eccola, riassunta. Per quelli dei: SOCIAL.
SPACE BOY: le forme della sonorità nella musica contemporenea
Assenza della voce e centralità del ritmo, Spaceboy ribalta il concetto della musica non solo *ascoltata* ma quasi *subìta*: l’egemonia del testo e del virtuosismo narcisistico sono esperienze esperite che Vince Pàstano considera superate e pratica una ben più studiata pulizia. Il passaggio dal primato della *facilità modulata* a quello della *compostezza originale* è scelta che Direttori d’Orchestra e Classici rigorosi come Lorenzo Artù Pagliei amano e perseguono.
L’intento armonico si concretizza senza definirsi: colonna sonora? Riscrittura di un brano? Creazione astratta? Sinfonia mistica? Partitura rabbiosa? Sfuggire a qualsiasi definizione critica [inclusi echi: siano di Bowie; degli Abydion e la loro Heavy Mental Opera; di Mozart o di...].
Ed è questa la grandezza di Vince Pàstano: concertare un’Opera che gli assomigli e non assomigli ad altre.
O ad altri.