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Io sono condanna: Maurizio Ferrandini e i nuovi mostri
«Non sono io a trovare i mostri...
Direi che a volte sono loro a trovare me.
Forse per loro il mostro sono io» [Dylan Dog]
Ognuno è come il cielo l’ha fatto, e qualche volta molto peggio.
I mulini di Miguel de Cervantes sono la metafora più riciclata [e più esaustiva] della storia – che ci condanna: a vita. È la solita solfa? No, è una musica altra. Una fiera dichiarazione d’essenza, quasi aristotelica. Maurizio Ferrandini intona e declina con precisione amletica e disgiuntiva [«si è o non si è», «aut-aut»] il verbo essere. Verità che la sua voce traduce in note.
IO SONO CONDANNA
Sono condanna per chi mi voleva fottuto da un bel pezzo mentre continuo imperterrito a suonare il mio rock senza stare troppo a sentire i dotti della musica.
Vedo intorno a me troppa gente che si prende sul serio ma, a conti fatti, è sempre ferma a far le solite stronzate.
Io credo che a livello emergenti bisognerebbe «menarsela di meno e produrre di più» – sennò ci si imbriglia da soli prima ancora di farsi fregare da una casa discografica.
Oltretutto oggi la tecnologia musicale consente un discreto fai da te [da fare invidia a youporn].
IO SONO UN MOSTRO
Sono almeno 25 anni che suono tutti gli strumenti e realizzo dischi da solo senza avere la minima idea di che cosa stia facendo.
Però sento delle vocine che mi guidano e mi dicono come fare; una di queste mi ripete ossessivamente di NON collaborare con Chiara Daino, ma io non ho forza di volontà...
IO SONO LEGGENDA
Sono leggenda perché una nota azienda mi ha inviato gratuitamente uno dei suoi prodotti più fighi visto che continuavo a pubblicizzarlo maldestramente nei miei clip – e sono leggenda perché sono uno dei pochi artisti in circolazione ad aver collaborato almeno due volte con Chiara Daino senza avere la carriera stroncata.
Maurizio: ora, dopo aver [de]scritto TRE CANZONI MIE – come domande – hai qualcosa di tuo da chiedermi?
Dama: No. Di mio Ti fornisco le sentenze. Poniti gli interrogativi adatti. [Semplificando: fatti la domanda, io Ti regalo la risposta]
Li vorrei in un girone infernale dantesco.
Cosa pensi dei sedicenti organizzatori di eventi live che badano solo a raccogliere fumati e ubriaconi proponendo ossesivamente cover band o al massimo "casinari" a un pubblico lobotomizzato?
Non li considero.
Cosa pensi dei rapper che oggi qualcuno vorrebbe eredi dei cantautori?
Posso dire sia un amico prima di tutto.
Quando pubblichi un lavoro, si legge tra le note che curi ogni lato delle tue produzioni ma ricorre il nome di Silvio Anfossi che ti sostiene dalla regia alla messa a punto degli strumenti e ora anche nelle equalizzazioni.
Puoi dirci qualcosa di più su questo uomo ombra?
Esticazzi! I miei idoli. I miei maestri.
Tom Petty and The Heartbreakers, Dire Straits, gli Skiantos...
È quello che mi sostiene e mi sprona.
In uno scenario dominato dalle grandi produzioni esistono artisti di nicchia che, pur non vendendo un disco, hanno un pubblico di fedelissimi informatissimi grazie alla rete.
Non si può scrivere solo per se stessi, è importante condividere e avere un riscontro di pubblico e tu ce l'hai.
Cosa vuoi dire a riguardo?
Chiara Daino
[che ringrazia per la dolcezza impiegata nel descriverla]