Genova urla! Perchè?
Viscerale.
L'urlo che si è alzato sabato 24 aprile dal centro sociale Buridda, cuore pulsante della musica genovese, è stato come un battito continuo e regolare, un pulsare ininterrotto e senza attimi di tregua. Un urlo primitivo, un urlo a squarciagola, un urlo che proviene dal profondo e che nasce dalla passione e dal coinvolgimento collettivo. Le entità che hanno realizzato questo incontro sono molteplici, e sempre attive sul territorio genovese e ligure:
BorbeRock Fest,
DisorderDrama,
Lab. Sociale Buridda,
Pig Skin Booking,
Relative Foundation,
Santo Rock Fest. Entità che hanno riunito le loro voci per riuscire ad urlare ancora più forte, ancora più lontano, ancora più a lungo.
Per cosa si urla, questo è un discorso su cui si potrebbe parlare per ore: spazi a disposizione per le musica che vengono sempre meno, voglia di coinvolgere nuove persone, ribrezzo per la politica regionale che invece di promuovere le attività per i giovani sembra volerli castrare e bollare come un'unica massa omogenea. Una massa informe, una massa priva di testa, una massa che non dovrebbe far altro che andare nei vicoli per seguire il gregge della movida genovese. I gruppi presenti quella sera, a partire dalle
She Said What?! con il loro indie urlato, passando per gli psichedelici
Fungus, per poi continuare con lo stoner dei
Gandhi's Gunn e il rock dei
2Novembre, fino a finire sul post rock dei
Vanessa Van Basten, hanno invece dimostrato ai circa 400 presenti che hanno riempito come non mai gli spazi del centro sociale di via Bertani come la voglia di fare musica, e di proporla dal vivo in contesti anche scomodi quando manchino le occasioni, non viene mai meno.
Le associazioni nominate sopra hanno quindi fatto fronte comune, stringendosi compatte come nelle migliori tattiche militari, e sono andate avanti per la loro strada, da anni. Anni che sono costati sacrifici, sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista economico. Sacrifici che ciascuna singola persona che respira dietro i nomi di queste associazioni ha sopportato con il credo nel cuore di star facendo qualcosa per sé stesso e per la musica, per l'arte con cui crede di poter comunicare qualcosa. E il messaggio, sabato 24 aprile, è stato raccolto da tanti.
Genova urla. E' un urlo viscerale, come dicevamo all'inizio, perchè gli organi interni stessi si ribellano a tutto quello che sono costretti a sopportare ogni giorno, ai tempi e agli spazi che sempre più sembrano destinati a svanire per il bene collettivo di quell'unica massa di cervelli inanimati che la politica vorrebbe vedere come propri elettori, dimenticandosi invece che l'appoggio di masse inermi non serve proprio a niente. Genova urla. E' un urlo isterico, perchè per ogni passo fatto in avanti sembra che il miraggio che si vuole raggiungere si allontani di tre metri, nonostante tutto l'impegno e la fatica per sollevare ogni singolo passo. Genova urla. E' un urlo silenzioso, se finisce soltanto tra le quattro mura in cui sono racchiuse le solite orecchie di sempre. Ma in fondo, a noi piace pensare che quel sabato sera, qualche crepa tra le mura del Buridda abbia lasciato uscire fuori tutte le urla passionali di associazioni e pubblico, e che il successo di quella serata non sarà stato invano. A noi piace sperare che urlare serva ancora a qualcosa, a noi piace credere che con chi si finge sordo non si può che alzare la voce, alzare le mani al cielo, alzare i volumi di tutti i marshall presenti.
Genova urla. Perchè?