Paolo Benvegnų @ Locomotiv Club (BO) 28/04/17 Live Report
Paolo Benvegnù è il miglior cantautore in attività in Italia. Ripetiamolo insieme
"Paolo Benvegnù è il miglior cantautore in attività in Italia!" Benissimo.
Benvegnù e sodali arrivano stasera al Locomotiv Club di Bologna a presentare il nuovo album "H3+", come di consueto per l’artista un concept album, quantomeno a livello tematico - che parte dall’idea di un esploratore, Victor Neuer, che si scioglie nel tutto e inizia un viaggio nello spazio, privato della corporeità ma ancora in possesso dei suoi ricordi - e come di consueto una raccolta di composizioni struggenti e destabilizzanti ma anche in grado di consolare, che danno l’impressione di capire qualcosa della molteplicità caotica che ci circonda, estraendone in qualche modo la poesia.Fin dai tempi degli Scisma – band di cui era a capo nella seconda metà degli anni novanta – Benvegnù ha dimostrato un talento per melodie raffinate ed eleganti, mai banali, e per testi con una poetica molto personale, che accosta complesso ed elelmentare, contemplazione e azione, infinitamente grande e infinitamente piccolo; è con la carriera solista che il suo talento esplode definitivamente, crescendo di album in album: dall’autoanalisi disperata di Picccoli Fragilissimi Film (L’io) e la carnalità di Le Labbra (L’altro) con le sue divagazioni jazz, al viaggio tra storia dell’umanità e dell’universo della trilogia "delle H" iniziata con Hermann - album teso tra poetica modernista e rilettura in chiave postmoderna della storia dell’uomo - proseguita con Earth Hotel - ricca descrizione della condizione dell’uomo contemporaneo, metaforicamente rappresentata da un’hotel di innumerevoli piani, vrtualmente infinita concatenazione di spazi chiusi - e conclusa con H3+. Insomma, questo per dire che, secondo me, qualche freccia al suo arco ce l’ha.
L’opening act è Felpa, al secolo Daniele Carretti, già membro degli Offlaga Disco Pax, che canta accompagnato da basi elettroniche e chitarra pesantemente effettata. La voce fa capolino raramente dal muro di suono prodotto dalla chitarra, ma nei pochi brani in cui è ben udibile mostra un’intonazione non invidiabile e i testi, quando intelligibili, non colpiscono per originalità. La reazione del pubblico è educata ma non calorosa, forse anche perchè la proposta è parecchio distante da quella del protagonista della serata.
I Paolo Benvegnù – come lo stesso cantautore dice deve essere chiamata la band – salgono sul palco attorno alle 23 e partono con la prima traccia del nuovo album, Victor Neuer. Non appena iniziano a suonare sul palco si percepisce un’atmosfera di intesa tra i musicisti che dona credibilità a tutti i pezzi eseguiti, anche a quelli musicalmente o liricamente più ambiziosi, che in mano ad esecutori meno coivolti correrrebbero il rischio di passare come troppo oscuri o intellettuali.
Benvegnù è il cerimoniere indiscusso: come cantante ha un controllo totale della sua voce, che con l’età ha acquistato profondità e gli permette di cantare su tonalità basse mantentendo intatta la potenza e rendendo il suo timbro ancora più riconoscibile. Anche a livello di presenza scenica è impressionante: è evidentemente del tutto immerso nella musica, quasi in uno stato di estasi artistica, accompagna l’ingresso degli altri strumenti con gesti visceralmente liturgici delle braccia, sintomo di arrangiamenti costruiti e conosciuti alla perfezione. I comprimari non sono da meno, su tutti il polistrumentista Andra Franchi, alla chitarra, che accompagna Benvegnù dall’inizio della sua esperienza solista, e che a seconda del pezzo fa suonare il suo strumento in modo diverso, aiutato da una nutrita pedaliera, usando slide e pizzicati e facendo esplodere a sprazzi la cultura dell’elettrico che caratterizza la formazione, come nel dirompente finale di "Una Nuova Innocenza" in una verione riarrangiata, distorto e abrasivo ma mai fuori controllo. Il bassista Luca Baldini, anche ai cori, ha un suono caldo e profondo, si destreggia tra fraseggi melodici e solide parti ritmiche,in sintonia con il batterista Ciro Fiorucci, in grado di coniugare la precisione richesta per suonare diversi brani a metronomo (quelli com qualche base preregistrata) e groove sufficiente a non rendere l’esecuzione degli stessi meccanica. Marco Lazzeri alle tastiere, che ha collaborato per la prima volta anche in studio con la band, e quindi probabilmente responsabile dei suoni più elettronici di questo ultimo album, è più esposto rispetto alla tourneè precedente ma regge alla grande la responsabilità alternando arpeggi classicheggianti a suoni di archi tramite l’uso di una Continuum Fingerboard.
La scaletta è incentrata principalmente sull’ultimo album, la cui resa dal vivo è impeccabile, nonostante la quantità piuttosto esigua di date che il tour ha alle spalle, probabilmente anche grazie alla registrazione, avvenuta in presa diretta. Dal passato vengono proposte Suggestionabili, da Piccoli Fragilissimi Film, eseguita in una versione energica spaccamascella, Nello Spazio Profondo e Una Nuova Innocenza da Earth Hotel e Avanzate, Ascoltate e Il Mare è Bellissimo da Hermann.
Proprio durante la coda strumentale di quest’ultimo brano, posto in chiusura del set principale, dopo una scaletta di oltre un’ora suonata in maniera intensissima e senza interruzioni, Benvegnù si aggrappa al microfono e, lentamente, cade all’indietro. Gli altri musicisti lo soccorrono immediatamente, lui chiede un bicchiere d’acqua. Il pubblico ammutolisce tutto in un momento, è un’esperienza surreale che non avevo mai provato: tutti insieme, in silenzio, preoccupatissimi. La tensione è viscosa finchè Paolo non parla "Non sono ancora morto!" dice scherzando, ancora in terra, e il pubblico erompe in un’applauso liberatorio. Viene accompagnato nel backstage e dopo qualche minuto ci dicono che Paolo sta meglio ma che per precauzione il concerto finisce lì. Nei giorni successivi ho letto che sono state annullate le prossime date, compresa la partecipazione al Primo Maggio, per prudenza. L’augurio è ovviamente quello di riprendersi al più presto, l’affetto per un artista che riesce a toccare così in profondità chi lo ascolta è tanto.
Anche se la serata si è chiusa con questo momento di preoccupazione si è assistito ad un concerto pazzesco, denso di elettricità, lirismo e trascinato dal carisma sciamanico di uno degli artisti più talentuosi che ci sono in giro. Quindi comprate i suoi dischi, ascoltateli di brutto e quando si riprende andatelo a vedere, che il Locomotiv non era neanche pieno.
Scaletta:
Victor Neuer
Nello Spazio Profondo
Suggestionabili
Goodbye Planet Earth
Olovisione in Parte Terza
Una Nuova Innocenza
Se Questo Sono Io
Quattrocentoquattromila
Boxes
Avanzate, Ascolatate
Slow Parsec Slow
Il Mare è Bellissimo
Bis (Non Eseguito)
Andromeda Maria
Io e il Mio Amore
Cerchi Nell’Acqua
Astrobar Sinatra
No Drinks No Food