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Little Italy Cafè
in collaborazione con
voLùmia
presenta
Andrea Rizza
The Big White Rabbit
Quando: Mercoledì 17 Febbraio 2010, ore 21:30.

Dove: Little Italy Cafè, Genova (GE).

Prezzo: gratis

The Big White Rabbit è il recente - per quanto riguarda esibizioni e pubblicazione del disco, mentre l'idea è nata diversi anni fa, sospesa da qualche pausa - progetto di Max Sobrero che prevede la collaborazione di nomi già conosciuti nell'ambiente musicale genovese: Riccardo Pesare [Cut of Mica], Bernardo Russo [Cut of Mica, Meganoidi Kramers] e Marco Chiesa [Meganoidi, Fun-Q, Temple of Deimos]. Prodotto dalla Black Light District – situata ad Andria (Ba), proprio vicino allo stupendo Castel del Monte – colpisce nell'immediato per la copertina: una serie di ferite, alcune ricucite, altre lasciate aperte, come quelle che ognuno di noi ha dentro e porta con sé.

Il colore dominante dell'album, dal titolo Slaughterhouse, è il nero: semplice ed incidente. Penetrante, come i testi delle undici tracce che - con mio enorme entusiasmo - sono creati mediante un perfetto Inglese, ricchi di contenuto e distanti dalla solita banalità che caratterizza, troppo frequentemente, le liriche di chi si imbatte in una lingua straniera senza conoscerne la grammatica e le sue sfumature e di chi è privo di reale inventiva.

La voce di Max Sobrero dà vitalità a queste parole, con delicatezza e timidezza - soprattutto nel live, dove credo traspaia ancora l'insicurezza dovuta alla novità di trovarsi su un palco. E' una voce calda, a tratti roca, che riesce a coinvolgere l'ascoltatore con la sua capacità di emozionare anche con un semplice sussurro, come avviene in Into the river. Questa è la dimostrazione di come non sia necessario avere grandi doti vocali per poter esternare le più personali ed intime sensazioni.

Tutto questo è supportato da una parte strumentale interamente e completamente suonata dallo stesso Max: solo nel live, infatti, è accompagnato dai tre ragazzi sopracitati. La batteria è molto semplice, basilare; chitarre e basso sostengono molto bene, invece, le linee vocali, mai comuni, ma fresche grazie alla loro originalità. Un grande merito, quindi, quello di aver dato vita da solo ad un lavoro pregevole che si potrebbe definire rock con influenze derivanti da punk, folk e indie – tra i gruppi che lo hanno ispirato compaiono Pixies, Nick Cave, Talking Heads, The Gun Club, David Bowie, Johnny Cash.

“Now I am the king of the nothing that I'm worth. The sun still stands still, uncaring of my hurts”. E' senza dubbio questa la traccia migliore, la numero sei: The Superhero. E' quella che mi ha colpita maggiormente fin dal primo ascolto, avvenuto per puro caso qualche mese fa, entrandomi da subito in testa come una melodia che si imprime dentro e non se ne vuole andare. L'arpeggio iniziale, che accompagna buona parte della canzone, è trascinante, malinconico. E' un pezzo delicato che, al tempo stesso, si colora di una forte carica suggestionale. Rimane impresso per la sua particolare vena nostalgica.

Album in apparenza leggero e quasi orecchiabile nasconde il suo lato oscuro apprezzabile soltanto dopo più ascolti. Merita di essere compreso ed udito sia nella proposta dal vivo elettrica sia in quella acustica. Davvero un'ottimo inizio per questo gruppo le cui esibizioni live non potranno che migliorarne ed ampliarne armonia e compattezza: risulta, infatti, evidente dal live il bisogno di maggiore esperienza che coinvolga tutti e quattro insieme per arrivare alla giusta coesione tra i musicisti – questo è forse dovuto proprio alla genesi del disco.


Concerto organizzato da: voLùmia

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Realtà musicali coinvolte:
Andrea Rizza
Little Italy Cafè
The Big White Rabbit
voLùmia

RECENSIONE
- di Marco Ardovino

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