Chiara Daino http://www.liveus.it/utente.php?id=2 Chiara Daino it Mon, 20 Jun 16 13:50:44 +0200 Mon, 20 Jun 16 13:50:44 +0200 http://www.liveus.it/utente.php?id=2 Copyright: (C) LiveUs.it, http://www.liveus.it/ <![CDATA[ Tara degl'Innocenti ]]>

«Non venderti.
Sei tutto ciò che hai»

[Janis Joplin]

Tara. Conoscete Tara? Per me – Tara – è sempre stata, checché ironizzi il mio psichiatra, una «meraviglia scarlatta»; il ritorno a Casa; Miss Rossella O'Hara e Via col Vento. E quello stesso vento [che ci regala domani migliori] mi portò a Casa un’altra Tara, sinfonia di bellezza ribelle e turbine d’Arte. Riconoscendoci prima ancora di conoscerci, Le proposi articolare la Sua numinosa Voce per destinare un dizionario da dedicarVi, miei geniali lettori.

Pièces of her heart...


Anima e Album

Ho intitolato il mio disco Con l’Anima Fuori perché è una totale autobiografia, ogni pezzo è riferito a me stessa e/o a persone a me molto vicine. La stessa Heroine parla di un mio parente che non c’è più, della sua discesa nel mondo della droga ed io che l’ho aiutato in tutto. Addirittura c’è un brano che si chiama Perché che è un dialogo reale fra me e il cantante Andrea Ranfa, grandissima Ugola e mio grande amico. Abbiamo riportato in canzone un nostro discorso e l’amicizia che ci lega. È un disco Sincero, Vero e Pulito in cui c’è tutta la mia Anima. Ho tirato Fuori la mia Anima per donarla al pubblico.

Bellezza e Bravura; Bikers e Boa

La bellezza è un Dono che va restituito, l’Anima no – quella resta con noi per sempre. Anche se mi piace la bellezza in ogni sua forma (anche quella fisica), sono sensibile e avere un bell’aspetto è comunque importante per me, però senza trascurare la vera essenza. La bravura sta alla base, la Musica è talento prima di tutto però, anche lì, se ci metti solo tecnica senza anima non funziona. Boa? Janis, Hendrix... Questo mi viene in mente oltre ai serpenti mia grande passione dopo gli Squali!

Canzoni e Chitarra, Carisma e Cultura

Una Canzone può essere la colonna sonora di un momento importante oppure di tutta una vita. Pensiamo ai grandi film: perderebbero il 50% senza la loro colonna sonora. In una canzone c’è tutto quello che provi per qualcuno o qualcosa vale più di 10.000 e quando ascolterai le mie ti renderai conto. “Nel mio Letto” dedicata al mio ex per eccellenza, a quello che fu un grande amore, ti rendi conto di quanto amore io abbia avuto per lui, quanto male mi abbia fatto e quanto io lo consideri un uomo nulla. Nothing Man per dirla alla Pearl Jam. La chitarra è femmina: va scopata, amata, trattata bene e male, va fatta piangere; “attratta da una chitarra che piange e da chi la fa piangere senza pietà” recita la canzone Bastardo di un Rock’n Roll scritta dal mio tastierista Giacomo Parretti e anche quella è nel mio disco.

Il carisma è 10.000 volte più importante della bellezza, quando hai quello hai vinto perché puoi ammaliare... Portare al delirio... ecc... La cultura è curiosità, difficile che mi avvicini molto a persone (anche amici) che non ne abbiano; è basilare ed ogni giorno cerco di imparare qualcosa perché mi sembra sempre di averne poca.

Don Backy

Don Backy... Ero piccolina quando in casa si ascoltava e mi innamorai della sua immensità e dissi a me stessa che un giorno l’avrei cantata con lui e così è stato. Non immaginavo però che avrebbe accettato e che gli piacesse così tanto la mia versione arrangiata totalmente dal mio chitarrista Federico Baracchino. Sono felicissima.

Esperienza ed Emozioni

Io non sono nessuno ma a volte mi sembra di aver vissuto 3 vite insieme. Per i miei viaggi in giro per il mondo, per la musica, per le storie d’amore vissute, sofferte ma mai rimpiante. Per il fatto di aver avuto un cane per 17 anni quasi e la sua dipartita da questa vita... Per andare verso il Ponte dell’Arcobaleno. Il mio aborto descritto nel brano Sorry Son, unico pezzo in Inglese, Bonus Track del mio disco. Emozioni, ogni momento un fermento... Un turbine... Il cuore schizza e l’elettrocardiogramma mai piatto sempre up and down...

Felicità e Frustrazioni; Firenze e Futuro, Federico

La Felicità è un concetto strano... Per la mia infanzia da favola, la mia splendida famiglia e tutto in generale direi che sono sempre stata più felice che triste, anche se avere una famiglia come la mia è un bene immenso perché ti fa vivere bene e ti fa essere follemente “sano” però quando esci dalle mura del tuo giardino e vedi il mondo fuori che fa così schifo – ti prendi uno schiaffo in faccia e sono poche le situazioni che ti vanno bene perché quando hai visto tanto tanto amore non ti accontenti e non vuoi accettare niente di meno. Qui arriva un po’ la frustrazione. Firenze è una delle città più belle del mondo a mio avviso, parlo da viaggiatrice e coordinatore di Avventure nel Mondo: davvero sono fortunata ad essere nata e vivere qui. Se parlo dal punto di vista affettivo io muoio d’amore per la mia città, sono legata come un figlio alla madre e vado fiera ed orgogliosa di chiamarmi Degl’Innocenti di cognome poiché è il cognome Fiorentino per eccellenza. Ho la fortuna di non conoscere la noia in Amore, come fa a venirti a noia un braccio?! Questo vale per ogni forma d’amore, per cui quando io vado a Firenze centro non la vedo con la noia o la quotidianità con cui molti Fiorentini la guardano, io sento magia ogni volta come fosse la prima volta.

Nel più bel sogno sempre per citare Don Backy per il mio futuro c’è il successo crescente nella Musica e poi una famiglia ma di quelle come la mia... Un genere che non esiste. Ma se smetto di crederci anche solo un po’... È finita. Federico è piombato all’improvviso nella vita oppure io nella sua (non ho capito), ma so che è stato un bene e, penso, reciproco.

FEDERICO... Questo chitarrista di primo acchito non ti dà affidabilità, a Firenze si dice “non gli daresti una cicca”; in più sembra svaporito come la Fanta aperta da una settimana, sembra non ti ascolti nemmeno mentre deve arrangiare il tuo disco. Per la sua fisicità e la semplicità che lo contraddistingue dai musicisti che si sentono supereroi, davvero non crederesti mai che dentro si celi (per un istante fui tentata lasciare refuso “dentro di cieli” poiché mi garbava parecchio, e lo segnalo sorridendo; N.d.A.) un genio musicale che raramente ho trovato in giro o forse mai in 17 anni di carriera musicale. Chitarrista, polistrumentista, è stato capace di arrangiare e comporre un intero disco alla velocità della luce; pensa che per L’Immensità ha anche creato e suonato l’intera linea di basso. Credo sia un Dono Federico anzi ne sono certa.

Giacomo, Gig, Gabriele

Giacomo è un musicista talentuoso ma soprattutto un artista vero scrive cose immense. In più sento che mi stima e come carattere ci troviamo molto bene. Mi sento molto capita da lui ed io tengo molto in considerazione le sue parole e i consigli che mi da.

Gig?! Esiste altro? Quando sei fuori con la tua band per suonare non c’è cosa più bella.
Nei The Rose il batterista è Capello, ovvero uno dei miei più cari amici nella Vita per cui per me è abbastanza insostituibile e il mio timore era di sentirmi sola nel voltarmi sul palco e non vedere la sua presenza i suoi occhi fissi nei miei, colmi di amicizia pulita, lui è il mio pilastro. Invece Gabriele è riuscito per il suo buon carattere e la dolcezza che per me è basilare in questa vita a non farmi sentire la mancanza di Capello e anche se lo conosco poco, gli voglio già bene e lo chiamo pasticcino. È un grande batterista, preciso, grande tocco grande “pacca” come si dice in gergo. Sono felice di averlo in squadra.

Heavy Metal Hippie

Hippie è tutto! Gli anni migliori in cui avrei voluto vivere la famosa Summer of Love; gli anni della Musica, dell’Amicizia, e dell’Amore un po’ più vero; soprattutto anni in cui si sperava in un mondo migliore, un domani, un futuro politico, sociale. Anni che non torneranno più... Ho cantato e ascoltato Metal fino ai 22 anni poi si passa al Blues... Ad altro... Ma quando sento qualche pezzo Heavy ancora mi piace.

Improvvisare, Innocenti, Intuizioni, Irlanda

Nella musica l’arte di improvvisazione è tutto: per questo le Jam Session sono basilari, oltre ad ascoltare tanta musica soprattutto tanto Blues. Sono una persona estremamente intuitiva anche se quando si tratta di me pecco un po’. Irlanda... L’Isola che non c’è di Peter Pan: me ne sono innamorata. In più il mio nome ha due origini, una Celtica ed una Asiatica. Tara oltre ad essere la collina Sacra sopra Dublino significa in senso ancestrale Forte come la Roccia, oppure stella.

Janis e Janko

Janis Joplin è la Stella che illumina il mio cammino e dico di lei quello che ella stessa disse per Bessie Smith: Janis mi ha mostrato l’aria e mi ha insegnato a riempirla. Non mi basterebbe una intera enciclopedia per parlare di Lei e forse non riuscire a descriverla mai abbastanza, ma nel prossimo disco metterò una canzone per lei. Ti dico solo questo: non avrei potuto omaggiare nessun’altra. Quando si rende omaggio ad un artista non basta amare le sue canzone, né capirne il senso devi essere in parte come lui/lei nell’anima ed avere tante cose in comune. Il suo grido di rabbia in cerca di amore e comprensione, il suo Blues in me c’è; parte della sua essenza. Janko: grande Musicista, ma soprattutto grande Amico. I The Rose hanno acquisito un bassista da quando è entrato nel progetto – e io anche – ma soprattutto mi è stata donata una persona che mi vuole bene; un amico vero e sincero che si cura della risposta quando mi chiede come sto.

Kermesse

Non so perché ma mi viene sempre in mente un Festino Medievale con questa parola ha ah ah ah ;-)

Led Zeppelin; Lorenzo e Libertà

Led Zeppelin... Tatuati sul mio braccio sinistro come nel cuore: per me loro sono la Musica, loro sono la Storia. Senza di loro non ci sarebbe stato niente e dico niente. Non so spiegare quanto e come li amo, quanto e come hanno influenzato la mia vita musicale e non, loro: colonna sonora della mia esistenza. Erano 4 Perle che funzionavano l’uno in funzione dell’altro, erano come le 4 ruote di un’auto... Se una si fora l’auto e quindi il dirigibile si sarebbero arrestati. Più di ogni altra band, questo sono stati i Led Zeppelin. La libertà, è un concetto lungo da esprimere posso solo dire che quando guidi la tua vita e almeno ciò che dipende da te in modo da essere felice, e quando fai somigliare la tua vita al tuo sogno e al tuo disegno, ecco che puoi dirti libero. Libero è chi sceglie, e spesso le scelte giuste sono sempre le più difficili ma vanno fatte.

Lorenzo, altro chitarrista del mio progetto di inediti, apporta non solo un tocco di freschezza fondamentale nelle melodie, alleggerisce e rende più digeribile il Rock duro che invece farei io, e modernizza il mio pensiero fermo agli anni 60/70. Siamo in Italia nel 2016 per cui serve per forza un tocco di modernità e rendere i brani digeribili non solo agli “addetti ai lavori”. In più chiamo Lorenzo “Il Poeta” poiché è in grado di scrivere testi da sballo, e in questo disco ha curato gli arrangiamenti dei miei testi da vero maestro. In più... Nota che sul palco e nella vita è sempre gradevole; c’è la sua presenza fisica, il suo aspetto... Lorenzo il bello della band ;-)

Maestri e Mostri

Led Zeppelin.
Mostri... Le nostre paure il nemico più grande di noi stessi è il nostro io. Pare una frase fatta ma è così.

Novità e Nonconformismo

Ogni giorno che viene è novità. Nonconformismo: Tara

Orgoglio e Originalità

Trasformiamo l’orgoglio in dignità e rispetto di noi stessi. Originalità è essere un po’ fuori dalle righe senza cercare di esserlo per forza, quindi in modo Naturale.

Palco e Pubblico, Prog e Passioni

Il Palco e il Pubblico sono la Vita: senza queste due cose io potrei crepare e non scherzo. Amo il Prog che porta in cima alla classifica un nome: New Trolls e quindi Nico. Nel Mio Letto è l’unico pezzo Prog del mio disco... Non potevo non inserirlo. Passione, Musica, Amore, Sesso, Cani, Viaggi.

Qualità e Quotidianità

Rare sono le qualità, meravigliose quando ci sono. Quotidianità? La Vita è come il Blues: è talmente uguale che per farla figa ci devi mettere del tuo.

Rock e Ribellione; Rispetto e Reputazione

Rock è vita, il Ribelle è genio ed intelligenza, Il Rispetto è la base di ogni cosa mi hanno insegnato a portarne e farmene portare altrettanto. Reputazione sempre alta ma solo per le cose giuste: mai farsene una malattia – che ognuno pensi quello che vuole.

Scrivere, suonare, sentire

3 Sinonimi: io sento molto più di quello che la gente mi dice.

Tara e Tatuaggi, The Rose e Tributi, Tamara

Tara ha due origini Celtiche... Stella e Forte come la Roccia, in più nel Buddismo Tibetano è Buddah al femminile, nell’induismo è una potente dea. I Tatuaggi sono la storia, l’unica che non avrà mai fine poiché nessuno potrà cancellarla. The Rose il Tributo più attivo a Janis Joplin, la mia vita, il mio Utero. I Tributi se ben fatti non solo tecnicamente ma nell’intenzione sono geniali. Tamara, un Dono Prezioso nel mio disco e nella mia Vita. Hai presente gli esseri umani? Tamara è qualcosa di più, oltre a quel suo cervello così brillante da lasciarti a volte senza parole...

Umanità e Umiltà

Pensa sempre a chi hai davanti come fosse te stesso perché quello che oggi accade a lui domani potrebbe accadere a te. Umiltà... La base di ogni cosa, tanto rara da trovare.

Vittorie e Valori, Voce e Vita

Testa alta, la mia famiglia mi ha trasmesso tutto, la mia voce il prolungamento di quella di mia madre che un tempo cantava. Vita: “It’s a fragile thing this life we lead”, Eddie Vedder- Pearl Jam-Sirens.

Woodstock

Baratterei 10 anni di vita per esser stata a Woodstock sul palco e 5 per averlo fatto anche solo come pubblico... Non dico Altro....

X[generazione]

Who... My Generation...

Youtube

Presente e Futuro...

Zurigo

Ci ho fatto le mie più belle date lì... 3000, 5000 persone per diverse volte; uno sballo!!!!


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<![CDATA[ The Bastard Within ]]>

Incominciamo mettendo i puntini sulla o di Motörhead [neanche i fan sprecano due secondi per scriverlo correttamente]: «siamo tutti amici e perciò felici» possono cantarlo, rimanendo credibili, solo gli Snorky – non certo chi calca un palco.

  1. FALSITÀ

    Essendo «nome storico» per militanza e conoscenza: cosa ne pensi dei gruppi Metal italiani? E ancora: giù dalla torre. Chi salvi e chi butti?

    Rispondendoti “di pancia” ti dico che salvo la mia band e butto giù il resto.


    Mi sono imbattuto in troppi personaggi e in troppe porcherie (musicali ed umane) e quindi ho smesso di seguire la “scena”: sono troppo disilluso ed annoiato per continuare ad esserne un fan. Razionalmente, invece, sono meno estremo, ma comunque severo.

    Io salvo chi pensa “me ne fotto di quel che vogliono gli altri”; salvo i coerenti con se stessi. Salvo chi, essendo musicista, pensa per prima cosa a proporre musica buona. Salvo chi lavora sodo.
    Giù dalla torre tutti gli altri: sono inquinanti e sono la maggioranza, purtroppo.
    So che i gruppi validi a 360° non mancano. Ma saranno sempre troppo pochi.

  2. ONESTÀ

    [Immodestamente: Ti conosco dalla musicassetta dei Nybbas] in questi anni cosa rimpiangi; cosa recrimini e cosa ricordi?

    I Nybbas?! Ahahaha!!! Che tragedia di band e di demo! Erano anni di sogni e ingenuità! A dire il vero, forse rimpiango solo i tempi in cui mi sono interessato seriamente a questo tipo di musica. Trovo che tutto fosse molto più affascinate e l'ambito fosse completamente da esplorare.
    La “scena” esisteva ed era molto più simile a quella ideale della quale tutti hanno sempre blaterato, ma che neanche adesso sanno o conoscono.
    Era faticoso essere sia un musicista che un ascoltatore, ma era oltremodo gratificante.
    I ricordi sono davvero tanti, sia da semplice appassionato che da musicista. Troppi per essere citati. Recriminare? Mah... Lo trovassi utile – me la prenderei forse col sistema che ci dice di vivere in questo ambiente – uno qualunque – come se fossimo tutti personaggi di un qualunque becero reality show. Uno qualunque.

  3. TRUFFA

    Pay to play. Spolmonasti il Tuo pensiero, ma neanche le vittime si degnarono leggerlo. Cicatrici e suture? Quello che t’istiga l’omicidio e quello che ti miagola compassione?

    Nessuna ferita aperta o ancora in fase di guarigione. Le cicatrici rimangono ben visibili e sono un ottimo promemoria.
    Devo essere sincero: non me ne frega niente. Io ho scelto da che parte stare. Gli altri facciano quello che vogliono.
    Se e quando mi arriverà notizia del suicidio di tot band, per alcune riderò... Per altre sarò dispiaciuto. Di fatto: non mi interessa! Anche se mi dispiace: pietra sopra i live! E da tempo, e non posso fare altro che ripetermi: suonerò solo SE ne varrà la pena e SE le condizioni proposte saranno adeguate a quanto mi richiederanno.
    Né odio né compassione.
    Solo: coerenza. Con me stesso. E indifferenza – verso tutto il resto.

  4. GRUPPI

    [Premesso: vantiamo tre avvocati penalisti] MI-DO-RE-LA: nei Tuoi giri di basso, anche se MAI avresti suonato questo giro, dopo ANNI e ANNI accordati e concordati per far vivere e rivivere Any Face... Chi e cosa impali?

    A questo punto ci tengo a spiegare come e perché gli Any Face si siano sciolti.


    È tragicomico... Stavamo registrando i demo di quello che sarebbe dovuto essere il quarto album. I pezzi funzionavano e le registrazioni procedevano, eppure il meccanismo si era ormai irreparabilmente rotto. Grazie al terzo disco abbiamo fatto le cose migliori della nostra “carriera”, ma questo ci ha esposti al 100% a quella che, oggigiorno, è diventata “la scena” – almeno per una band come la nostra.

    Ed è stato semplicemente scoraggiante. Abbiamo deciso tutto in una sera: che SENSO avrebbe avuto proporre un altro album per continuare a rivivere situazioni nelle quali non ci saremmo riconosciuti?

    La soddisfazione personale non è stata forte abbastanza; non è stata sufficiente!

    Parlando solo di Any Face: per me c'erano 15 anni di fatiche alle spalle. Per gli altri? Dai 3 agli 8. Hanno vinto disgusto e stanchezza. Banalmente: non abbiamo voluto adattarci ai cambiamenti avvenuti nell'ambiente... Siamo stati “l'obsoleta testimonianza” di un passato che purtroppo, com'è naturale, non tornerà mai più. Allora meglio chiudere il capitolo e dedicarci ad altro. Siamo tutti attivi: i miei compagni sono all'opera con le loro cover e tribute band. Io lo sono con il nuovo gruppo di cui faccio parte.

    Gli Any Face sono morti, cremati, e le loro ceneri sparse nelle peggiori fogne del pianeta.
    Sia di fatto che dentro di me. Ci si è lasciati con la promessa che se un giorno dovessimo ritrovare la motivazione o anche solo la voglia di toglierci lo sfizio di terminare l'incompiuto allora ci riuniremo. Ora come ora: la voglia non c'è in nessuno di noi! E dubito fortemente la situazione cambierà a tal punto da farci “risorgere”. Sono assolutamente convinto della decisione che abbiamo preso, ma contento - no.

    Come già detto i brani c'erano, funzionavano e ci piacevano. Non eravamo di certo i migliori e tutti abbiamo anche avuto (poche) serate dal vivo, ma... ‘FANCULO ALLA MODESTIA: eravamo bravi e il nostro lo facevamo alla grande, con passione e professionalità.

    Avevamo ancora molto da suonare: ma che senso avrebbe avuto portare a termine il lavoro per stare di nuovo male – dopo? Per essere trattati di continuo come “gli ultimi deficienti da chi di musica non capisce niente e che con l'ambiente musicale c'entra come Pierino alle prese con la fisica quantistica”?

    Va bene tutto, ma svendere la propria dignità perché non si è voluto imparare dalle esperienze precedenti – no! Grazie agli Any Face, so cosa NON dovrò fare in futuro.


    Tornando a monte... Chi impalo?

    Potrei recriminare a lungo e su tante cose, ma adesso non ne sento il bisogno e lo trovo insensato. In 15 anni abbiamo sicuramente commesso alcuni errori imputabili solo ed esclusivamente alle nostre scelte. Ex componenti, tanto per citare un esempio, ai quali non abbiamo dato la seconda possibilità che avrebbero meritato. Per almeno uno di loro, anche se umanamente abbiamo chiarito, sono veramente dispiaciuto da anni...

    Nostro sbaglio, invece? Quelli che la possibilità l'hanno avuta – e che avrebbero meritato da noi solo calci in culo a partire dal primo minuto. Errore nostro perdere tempo con chi è stato più impegnato a far sapere che suonava negli Any Face piuttosto che cercare di farne davvero parte.
    A volte alcune scelte sono state frettolose, ma: col senno di poi “si va da nessuna parte”.

    E, così è, ora non mi interessa più. Si è chiuso un capitolo e ognuno di noi ne ha aperto un altro. Personalmente terrò a mente la lezione. Sottolineo che i vari “mea culpa” sono un MIO pensiero che non so se sia condiviso dai miei ex compagni. Al di fuori di noi, invece, fino a ieri avrei risposto alla tua domanda citando la “scena” in generale e chi ci ha messo i bastoni tra le ruote in particolare.
    Ora, di loro, me ne frega tanto quanto il nulla.

    (Tra parentesi... Ne approfitto per salutare e ringraziare: i miei tre ultimi ex compagni; tutti quelli del periodo 2000/05; il chitarrista polacco-svedese; il cantante milanese e il session 2014/15)

  5. FUTURO

    Il Tuo *suonare altro* con altri quanto Ti gratifica?

    Ora suono nei The Bastard Within.
    Colgo al volo l'occasione per fare una lunga... Lunghissima presentazione del nuovo gruppo di cui faccio parte. E già questo dice molto del mio entusiasmo. Al momento siamo un quartetto e siamo una grindcore band.


    Con me: Yuri Bianchi e Nicola Bavaro alle voci e Gianluca Sulpizio alle chitarre e al programming. Nicola è il cantante degli storici Cruentus, death band di Bari e, nel corso della sua lunga carriera, ha fatto parte – inciso e suonato live con: Schizo, Glacial Fear; coi grandissimi Natron e... Molto probabilmente dimentico qualcuno. Artisticamente lo apprezzo dai suoi lavori dei primi anni 90. Ha una gran voce. Non ci siamo mai incontrati di persona, ma dagli scambi avuti so di aver a che fare con una persona intelligente ed acuta. ED È UN COGLIONE DI PRIMA CATEGORIA, COME TUTTI NOI ALTRI DEL RESTO... AHAHAH! Mi fa morire dal ridere quel ragazzo.


    Yuri Bianchi: bolognese di nascita e residenza, artisticamente lo conosco da quando debuttò coi suoi defunti Hybris e siamo amici da 16 o 17 anni ormai; è stato il cantante degli Addiction Crew, Hayma, The Bloodline Propaganda (e sicuramente di qualche altro gruppo) e dei miei Any Face dal 2008 al 2010 registrando con noi, tra gli altri, il lavoro a cui mi sento più legato: il secondo album “The Cult Of Sickness”.

    Rinnovare la collaborazione con Yuri per me è una gran gioia. Anche se lui ed io siamo persone molto diverse che in passato hanno avuto anche modo di “scontrarsi violentemente”, c'è un grande RISPETTO reciproco. È per attitudine, schiettezza ed onestà tra le persone migliori in cui io mi sia imbattuto in questo ambiente ed è uno dei cantanti che preferisco.


    E ora passiamo alla nostra macchina sforna-riff: Gianluca. Proviene dalla grind band Conviction di Pavia e per tutta la sua permanenza ne è stato il maggiore compositore, se non addirittura l'unico. Fighissimo il loro demo del 2003, molto bello quello del 2008 e totale il loro album di debutto del 2013. Brutto colpo per me venire a sapere qualche anno fa che se ne era andato da quel gruppo. Ho scoperto la sua band nel 2002 ad un loro concerto e sono andato letteralmente fuori di testa. Avremmo anche dovuto fare una data insieme nel 2004, ma il soggetto proprio quel giorno decise di scassarsi una spalla e andò tutto a monte. Legai bene o male con tutti i suoi compari dell'epoca: lui, invece, era piuttosto taciturno e sulle sue con me. Mi stava letteralmente sui coglioni.

    Poi ci siamo ritrovati anni dopo in rete e compresi di aver commesso un grande errore di valutazione. Conoscendo il suo talento l'ho “corteggiato” e gli ho rotto le palle ogni volta che gli Any Face hanno avuto bisogno di un chitarrista, ma ha sempre rifiutato ammettendo con assoluta onestà che pur rispettandoci gli facevamo piuttosto schifo. Non ero certo contento dei suoi rifiuti, ma apprezzavo la sincerità. E col senno di poi, visto quello che stiamo facendo ora insieme, sono felice sia andata così. È il miglior chitarrista ritmico con cui abbia mai lavorato, al punto che spesso rimango ancora impressionato da quel che suona e da come lo suona. Ed è un compositore eccellente. Ogni idea che tramuta in musica è una badilata sui denti. Ho imparato e sto imparando ancora molto da lui. Ammetto che inizialmente ho faticato a stargli dietro; alcune sue influenze hard core mi hanno fatto “cagare sangue” come credo abbiano spiazzato lui alcune mie più tipiche di un certo death metal contorto, ma adesso ci siamo amalgamati molto bene. Lo rispetto tantissimo sia come musicista che come persona: schietto, senza troppe cazzate per la testa e con le idee molto chiare. Non andiamo d'accordo al 100% su tutto, ci mancherebbe, e a volte capita di avere costruttive discussioni, ma non ho problemi a definirlo un buon amico. Musicalmente siamo sulla stessa lunghezza d'onda e vogliamo esattamente le stesse cose: è una cosa per niente scontata in una band...

    Finita qui? Assolutamente no! Ora scriverò una “biografia” dei TBW e parlerò di alcune nostre dinamiche. A partire dalla composizione dell'ultimo album degli Any Face è stato chiaro che il lavoro era equamente diviso al 33% tra noi tre musicisti. Ergo, qualcosa di ognuno di noi inevitabilmente veniva sacrificato. Da sempre sono stato l'anima “violenta e brutale” di quella band, ma era diventato necessario per tutti e tre scendere a tanti compromessi. Mi sono andati benissimo fino a lavori ultimati, non lo nego, ma per come sono fatto adesso faccio molta fatica ad ascoltare quell'album, pur considerandolo un ottimo disco nel suo genere. Non è stato un caso che dopo averle in buona parte represse per la scrittura di “Perpetual Motion Of Deceit” e per la composizione delle primissime bozze dei brani che sarebbero dovuti finire nell'album successivo, le mie influenze si siano fatte prepotentemente risentire. Non volevo snaturare il percorso che gli Any Face avevano spontaneamente intrapreso per cui l'unica soluzione per me era fondare una nuova band, e così ho fatto nel marzo 2015. Ho pubblicato un annuncio molto chiaro su cosa volessi sia musicalmente che a livello di tematiche e nel giro di un mese i TBW erano nati. Ero e sono contentissimo di questa cosa. Sì, perché se gli Any Face sono stati un sogno che avevo da quando avevo 20 anni, una band grind è il sogno da quando ne avevo 15.


    Inizialmente i The Bastard Within dovevano essere solo un side project a tempo perso, ma poi è saltato fuori che Gianluca da Pavia si era trasferito a circa 40 km da me e dunque da giugno 2015, mi pare, tutte le settimane io e lui ci troviamo in sala prove. Da quel momento, pur con la line up incompleta, da side project che doveva essere la band ha assunto per noi l'importanza di un gruppo a tempo pieno. Dalla fine degli Any Face (novembre 2015) sono in focus al 100% su questo gruppo. La composizione dei brani è equamente divisa, a livello musicale, tra me e Gianluca. E vista la comunione di intenti la cosa non mi pesa minimamente. A lui il merito di almeno il 90% degli arrangiamenti. Nel giro di 3 mesi sono stati scritti 30 brani per circa 50 minuti di musica. E non conto né le canzoni messe da parte per il futuro né quelle scartate. Ai cantanti il compito della scrittura dei testi. In questi mesi mi sono permesso di scriverne anche io qualcuno e a momento debito sottoporrò ai miei compagni il mio lavoro. L'intenzione è fare una cernita dei pezzi ed uscire con circa 30/35 minuti di musica per l'album di debutto.

    Ho sempre reputato il grindcore un genere molto onesto e puro. Pochi fronzoli e diretti al punto. Mi identifico molto in questa band e nella musica che suoniamo. Prima, vuoi anche perché detesto essere frainteso, per dire quello che avevo da dire prendevo in considerazione mille elementi. Esattamente come la musica degli AF. Ora se devo dire qualcosa, la dico e basta. E se mi si fraintende, se non ne vale la pena... Pazienza. Adesso arrivo subito al sodo. Come la musica dei TBW.

    Mi diverto tantissimo coi TBW, cosa che purtroppo da settembre 2014 negli AF è mancata completamente. Certo non è tutto rose e fiori. I cantanti sono lontani e si prova mai con loro; a volte Gianluca ed io ne risentiamo. E, soprattutto, non riusciamo a trovare un batterista. Inizialmente lo avevamo (ciao Carlo), ma non si è creata la giusta affinità per poter proseguire. Da allora ne abbiamo contattati tantissimi e provinato qualcuno. Non so cosa pensare. Ovviamente molti sono già ultra impegnati; altri sembra che abbiano paura di sudare – suonando questo genere. Altri ancora, invece, sentendo cosa facciamo si sono intimoriti. L'intenzione è di trovarne qualcuno vicino a me e Gianluca in modo da provare insieme e creare il giusto affiatamento in preparazione allo studio di registrazione. Stessa cosa se fosse un po' più lontano, anche se diluiremmo con lui il numero delle prove. Le alternative a quanto desideriamo sarebbero o trovare qualcuno disponibile ma lontano con cui non ci vedremmo mai (e ci sarebbe già), o usare per l'album le batterie scritte da Gianluca. Non vorremmo fare così, ma a mali estremi, estremi rimedi. Il disco DEVE uscire e uscirà. Ancora non ci arrendiamo, per cui ne approfitto per fare un appello: batteristi... Fatevi avanti cazzo! Se volete sapere cosa facciamo, eccovi la nostra pagina FB per poterci contattare. Lì troverete qualche video idiota condito da alcune rapide demo version strumentali dei nostri pezzi. Con o senza di voi produrremo il nostro debutto e causeremo parecchio dolore a tutti... Ma con voi sarebbe molto più completo, letale e divertente.

    E con questa ultima buffonata ho concluso, ahahah!

  6. PROSTITUZIONE

    F. lavora per un’agenzia [di dubbio gusto]; A. incolpa il vino e non la sua amenza; S. duetta con Caparezza; T. prova a passare i provini di X Factor; G. omaggia Dime; M. inventò i Metallica; cazzari power omaggiano Lemmy... [Parentesi di Dama: inizialmente i nomi erano scritti per esteso e la lista ben più lunga, ma preferii evitare per non “creare caciara” e distrarre attenzione].
    A memoria non ricordo altre incoerenze. Per Te cos’è il Metal? Come deve essere; chi lo rispetta e cosa lo uccide?


    Per quanto riguarda il “metal” inteso come “scena”: semplicemente non esiste. E se è esistito ora è agonizzante. È BELLO RIEMPIRSI LA BOCCA CON PAROLE QUALI FRATELLANZA, SOLIDARIETÀ, COLLABORAZIONE E VIA DICENDO, MA SONO I FATTI CHE CONTANO ed onestamente nel mio percorso ho trovato solo tanta incoerenza. Credo che tutto il mondo sia paese, ma quello italiano è l'ambiente che conosco e ciò che ho visto è solo una continua ed interminabile guerra tra poveri. Tutti re... Ma nel proprio giardino. Mi chiedo come si faccia a non capire che così facendo si è tutti carne da macello per gli aguzzini che infestano l'ambiente: lo trovo assurdo! Raramente ho trovato accoglienza. Quasi mai solidarietà. E la famosa “metal brotherhood” è una favoletta a cui ho creduto per venti minuti. Ci sono piccole “scene” locali, chiuse e protezioniste. E anche all'interno di queste le pugnalate non mancano. I singoli, le singole persone... Quelle sì: di straordinarie ne ho incontrate. Ma mettile insieme e spesso l'amalgama è pietosa. Io continuerò come sempre ho fatto: a buona educazione risponderò con buona educazione; la collaborazione la ripagherò con la collaborazione. Difficilmente però l'iniziativa partirà da me: ormai sono totalmente disilluso e mi sono svegliato.

    Il “metal” come musica oggettivamente lo uccidono gli scopiazzatori e gli ignoranti. Poi intervengono i gusti personali di ognuno. Io NON amo la musica metal, se non in ALCUNE delle sue forme più estreme. Non amo l'uso (salvo rarissime eccezioni) e soprattutto l'abuso di melodia. Per me dovrebbe servire solo come rapido e breve mezzo atto a spezzare l'intensità del brano o dell'album. Per cui per me: niente power, melodic death, metalcore, folk e simili. Mi urtano. Adoro la melodia, ma la cerco in altra musica. Da quello che per antonomasia dovrebbe essere il genere più violento e feroce voglio violenza e ferocia. Mi accontento di questo. Ma sto parlando di me.

  7. RABBIA

    Da quando i Metallari sono diventati bucolici accomodanti? Quali MACIGNI vuoi toglierTi dagli anfibi?

    Non posso non ammettere che di collera nel corso della mia “carriera” ne ho vissuta e accumulata tanta, ma allo stesso tempo sono uno che i panni sporchi li lava in casa propria. Non perché voglio essere accomodante, ma per riservatezza e carattere. Grazie a te ho continuato a farlo. Dietro il trasparente vetro di una finestra, vero, ma sempre e comunque in casa. Se qualcuno degli interessati leggerà le mie parole non faticherà di certo a riconoscersi. Non ho bisogno di “proclami pubblici” per dire a qualcuno cosa penso. Lo faccio direttamente. Se mi attacchi pubblicamente, taccio. Poi però per un po' ti cerco in privato per chiarire. Se mi eviti sono affari tuoi e, evidentemente, della tua coscienza: io vado avanti sereno per la mia strada. Per cui non ho nulla da dire: agli interessati ho già parlato in separata sede.

    Grazie mille per l'intervista.

    Davide Stura
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http://www.liveus.it/articolo.php?id=263 Mon, 15 Feb 16 16:45:51 +0100 http://www.liveus.it/articolo.php?id=263
<![CDATA[ Io sono condanna: Maurizio Ferrandini e i nuovi mostri ]]>

«Non sono io a trovare i mostri...
Direi che a volte sono loro a trovare me.
Forse per loro il mostro sono io» [Dylan Dog]


Ognuno è come il cielo l’ha fatto, e qualche volta molto peggio.
I mulini di Miguel de Cervantes sono la metafora più riciclata [e più esaustiva] della storia – che ci condanna: a vita. È la solita solfa? No, è una musica altra. Una fiera dichiarazione d’essenza, quasi aristotelica. Maurizio Ferrandini intona e declina con precisione amletica e disgiuntiva [«si è o non si è», «aut-aut»] il verbo essere. Verità che la sua voce traduce in note.


IO SONO CONDANNA

Sono condanna per chi mi voleva fottuto da un bel pezzo mentre continuo imperterrito a suonare il mio rock senza stare troppo a sentire i dotti della musica.
Vedo intorno a me troppa gente che si prende sul serio ma, a conti fatti, è sempre ferma a far le solite stronzate.
Io credo che a livello emergenti bisognerebbe «menarsela di meno e produrre di più» – sennò ci si imbriglia da soli prima ancora di farsi fregare da una casa discografica.
Oltretutto oggi la tecnologia musicale consente un discreto fai da te [da fare invidia a youporn].


IO SONO UN MOSTRO

Sono almeno 25 anni che suono tutti gli strumenti e realizzo dischi da solo senza avere la minima idea di che cosa stia facendo.
Però sento delle vocine che mi guidano e mi dicono come fare; una di queste mi ripete ossessivamente di NON collaborare con Chiara Daino, ma io non ho forza di volontà...


IO SONO LEGGENDA

Sono leggenda perché una nota azienda mi ha inviato gratuitamente uno dei suoi prodotti più fighi visto che continuavo a pubblicizzarlo maldestramente nei miei clip – e sono leggenda perché sono uno dei pochi artisti in circolazione ad aver collaborato almeno due volte con Chiara Daino senza avere la carriera stroncata.





Maurizio: ora, dopo aver [de]scritto TRE CANZONI MIE – come domande – hai qualcosa di tuo da chiedermi?

Dama: No. Di mio Ti fornisco le sentenze. Poniti gli interrogativi adatti. [Semplificando: fatti la domanda, io Ti regalo la risposta]

  • Li vorrei in un girone infernale dantesco.
  • Cosa pensi dei sedicenti organizzatori di eventi live che badano solo a raccogliere fumati e ubriaconi proponendo ossesivamente cover band o al massimo "casinari" a un pubblico lobotomizzato?

  • Non li considero.
  • Cosa pensi dei rapper che oggi qualcuno vorrebbe eredi dei cantautori?

  • Posso dire sia un amico prima di tutto.
  • Quando pubblichi un lavoro, si legge tra le note che curi ogni lato delle tue produzioni ma ricorre il nome di Silvio Anfossi che ti sostiene dalla regia alla messa a punto degli strumenti e ora anche nelle equalizzazioni.
    Puoi dirci qualcosa di più su questo uomo ombra?

  • Esticazzi! I miei idoli. I miei maestri.
  • Tom Petty and The Heartbreakers, Dire Straits, gli Skiantos...

  • È quello che mi sostiene e mi sprona.
  • In uno scenario dominato dalle grandi produzioni esistono artisti di nicchia che, pur non vendendo un disco, hanno un pubblico di fedelissimi informatissimi grazie alla rete.
    Non si può scrivere solo per se stessi, è importante condividere e avere un riscontro di pubblico e tu ce l'hai.
    Cosa vuoi dire a riguardo?




Chiara Daino
[che ringrazia per la dolcezza impiegata nel descriverla]
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http://www.liveus.it/articolo.php?id=262 Tue, 29 Sep 15 09:45:15 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=262
<![CDATA[ Nokia chiama Zena: Luca Sturniolo ]]>

«Non puoi parlare del juke-box se ti fa schifo metterci la monetina»
[Umberto Eco]


Web juke-box. Dovendoti anch’io una monetina, Luca, quale pensiero accese Tue sinapsi quando decidesti principiare progetto?

Il progetto Web jukebox è un’idea nata da alcune richieste di amici e fan che, ascoltando le mie performance online e non potendo partecipare alle mie esibizioni live per questioni geografiche, mi chiesero di cantare e suonare dei brani per loro evocativi...
Mi parve una buona idea. Dopo il primo post mi arrivarono una cinquantina di richieste e ci tengo ad accontentare tutti.
Slogan promozionale: un divertimento per voi e una sfida per me.

Nemo propheta in patria. Sorvolando io immagini un pesciolino animato con la barba di Mosè… Le Tue radici geografiche e linguistiche influenzano le Tue radici musicali e strumentali?

Sono decisamente influenzato dalla musica italiana, in particolare dal Rock Prog anni ‘70. Sono stato segnato da band storiche come la PFM (recentemente incontrata in Finlandia in occasione del Keitelejazz 2015), Il Balletto di Bronzo, Le Orme, I Garibaldy del grande Bambi Fossati (Zio Bambi), il primo Alan Sorrenti di Aria successivamente attaccato da Battiato in Bandiera Bianca (siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro). È sempre Battiato che amo dall’età di 12 anni: il mio primo vinile fu proprio La voce del padrone.
La produzione prog italiana anni ‘70 è vastissima e trae ispirazione da storiche band inglesi e americane che confluiscono nel mio album The Dawn, pubblicato nel marzo 2015 e disponibile su tutti i sti di musica online (spotify, amazon, google play, iTunes).

Generalmente diffido da chi TUTTI AMANO, ma mai qualcuno proferì *nota stonata* parlando di Te e della Tua Musica. Il Tuo rapporto coi colleghi?

Ho sempre cercato di essere me stesso dando il massimo e trovando qualcosa da imparare da chiunque: dalla mia maestra di canto ai musicisti più anziani; cosi come dal musicista di strada al principiante.
Non considero questo mestiere una gara a chi fa le note più veloci o il pezzo più incasinato. Ognuno si esprime coi propri mezzi, ma la grande vittoria è arrivare alle viscere di chi ti ascolta - nella maniera più semplice possibile. Ed è l’impresa più difficile. Epica.

La soddisfazione più grande?

Professionalmente parlando: la mia più grande soddisfazione è quella di essere riuscito a campare tutta la vita facendo musica, cantando e suonando in giro per il mondo, dalle peggiori bettole ai grandi palchi, dividendo la scena con centinaia di musicisti noti e meno noti.

Il rimpianto più viscerale?

Rimpianti? Zero.



A BUBBLE SONG
[melodia soffione]


Sfera nel cielo – io veleggio
velo di zucchero io navigo tra monti
catalogo di meraviglia, perché pazzo:

la mia lentezza non sveglia più l’alba
oscura la mia dipartita.

Il mio «aspetto» tira a campare
non riflette lo specchio
che sa suonare...

Sfumo svaporo sfioro, sì – sfiorisco
vita – godendo come m’hai goduto
aprendo la porta di un giorno nuovo.

Bolla nel blu io viaggio
dandomi tuo, dandoti mia
mi metto in gioco
senza scommettere
io sono la danzante stella di dio
per ingoiare – tutto il pensare

– E si riprende –

E tutte le memorie incise
senza più tramonti temere
quello che ieri mi fece piangere
domani mi farà ridere
e senza più sorprese:

il mondo corre
ma io galleggio bene.
]]> http://www.liveus.it/articolo.php?id=260 Thu, 13 Aug 15 00:11:26 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=260 <![CDATA[ VIA COL TEMPO: JOHN KILLERBOB E I KILLERS LODGE ]]>

«Dall'uomo all'uomo vero, il cammino passa attraverso l'uomo folle»
[Michel Foucault]


«Io odio le interviste». Fine dell’articolo. [Pur credendo sarebbe stato il mio pezzo migliore, essendo l’umanità musicale seconda sola all’umanità poetica per senso dell’umorismo, dovrò inventarmi qualcosa per non essere uccisa a colpi di Ibanez e consegnare frammenti di John KillerBob].

«I hear words without languange, an obstinate murmuring
an idiom speaking on its own, without speakers or listeners»

E tanto basta – a chi scrive – per abitare Inefficiency e ribadire intero Unnecessary I dei Killers Lodge sia tutto fuorché superfluo. Recensione classica proseguirebbe con abusato formulario: un disco necessario, essenziale, per voluta litote autoriale; un album apprezzato non solo da Metallari e Rocker puri influenzato da papà Lemmy e blabla blabla... E poi? Concertiamo seppuku di massa con l’alabarda spaziale di Actarus per la noia.
Abbiamo un John KillerBob – benché riottoso – usiamolo!
Comodo sarebbe sfangarsela con paraculata da mestierante esaurito quale «presenta Unnecessary I e i Killers Lodge», ma il rischio sarebbe certezza e, El Sargento, risponderebbe: «ascoltino cd e vengano ai concerti».
Per rispetto professionale e conclamato terrore, tenterò approccio clinico chiedendo a John riempire gli spazi [hai scritto e cantato Tu «we make room for wonder» quindi non protestare] delle emozioni primarie che coagulano il Suo percorso artistico.
Un-Due-Tré: Tana per gli Assassini!


LA RABBIA E LA PAURA

Ho scritto che facciamo posto allo stupore ma anche che facciamo posto al vuoto! Scherzi a parte, via col tempo: la rabbia è la reazione ad una presa di coscienza nei confronti di qualcosa che ci importuna, ci sopprime, ci toglie la libertà. È l'emozione fondamentale dalla quale nasce la musica Rock e di conseguenza l'Heavy Metal; un movimento di protesta e di ribellione, l’espressione di quel malcontento che è la base del progresso. E da tutto questo provengono i Killers Lodge: al momento di comporre i brani di “Unnecessary I” ho dato precedenza alla rabbia e ne sono scaturite 10 tracce che sono uno sfogo nei confronti delle frustrazioni imposte dal ritmo di vita che ci soggioga.
Al contrario, la paura è l'istino animale primordiale, quello che incoscientemente consente la sopravvivenza della specie e ci difende dalle situazioni di pericolo; beh questa la lascio a chi si mette sul nostro cammino e con nostro intendo tutte le teste di metallo del mondo, perché il battito dei nostri cuori riempirà il cielo come un tuono e anche gli dei tremeranno al sentirlo! Proprio come dei veri Klingon.


LA TRISTEZZA E LA GIOIA

A sentire la parola «tristezza» non posso fare a meno di pensare a quante volte mi sia sentito e mi senta amareggiato per il comportamento squallido e indegno di molte persone, siano grandi “leader” o gente comune, omuncoli corrotti che pensano solo alle proprie fauci a discapito della comunità, esseri senza onore che meritano solo di essere schiacciati dalla forza del Metallo! E ne ho parlato e cantato in “The Grudge” e in “Bow and Scrape”: uno sfogo contro il tentativo di farci condurre l’esistenza strisciando silenziosi.
Ma «la vita è un brutto quarto d'ora composto da momenti squisiti» di gioia che poi non è altro che il compimento dei nostri desideri: per questo “Who we are” è dedicata a tutte le persone grandiose che mi hanno reso felice e con cui ho avuto l'onore di condividere il palco in tanti anni. Tutte persone con un'unica grande passione: la musica e la forza che porta con sé. Persone che sanno ciò che vogliono e chi sono, che portano le ferite dei loro sacrifici ma ancora hanno fiato per urlare al mondo la loro gioia.


LA SORPRESA E L’ATTESA

Tornando con i piedi per terra, sono stato sorpreso da come questa cosa dei Killers Lodge si sia sviluppata. Siamo partiti dal nulla con Machete, sono arrivate le prime canzoni, le prime esibizioni, le prime delusioni quando LJ Dusk ci ha lasciato (detto così sembra sia morto. No, sta bene! Saluto a casa). Poi l'arrivo di quel pazzo di Olly Razorback e la registrazione dell'album tutto fatto in casa, che non sai mai cosa esce fuori; i primi riscontri critici entusiasti e tutti gli altri ancora più positivi, tutti guadagnati con il nostro sangue e con le lingue che ancora non sono marroni, e soprattutto senza ungere alcuna ruota di questo meccanismo perverso. E seguono altri concerti in giro per l'Italia dove ogni volta c'era qualcuno in più, ogni volta la gente pogava sempre di più e ogni volta qualcuno tornava a casa in ambulanza.
E ora attendiamo il seguito.


IL DISGUSTO E L’ACCETTAZIONE

Due parole che non dovrebbero mai stare nella stessa frase. Accettare ciò che ci disgusta è segno di sconfitta. E tante volte mi sono dato per spacciato: quando ho lasciato i Necrodeath, quando si sono sciolti i Raza De Odio e non ultima quando, a malincuore, ho deciso di lasciare i Cadaveria, ma è durato un attimo. Grazie a tutto il calore che ho ricevuto dagli amici e dalle persone che mi seguono, i cosiddetti fan(atici) – che poi però sembri una bestia di satana – mi sono sempre rialzato ed ho sempre trovato il modo di ritagliarmi uno spazietto, magari sempre più piccolo ma a testa alta e senza rimpianti, con dignità. Questa fottuta dignità e mi disgusta che sembri non contare più un beneamato. E attenzione perché io sono uno che al sabato la dignità la perde già all'ora dell'aperitivo, ma se pensate questo stiamo parlando di due dignità diverse, e l'accetto.

[JKB]



NOTA [DI COLORE]: l’Autore Daino – notoriamente privo di furbizia perché quando la distribuirono era impegnato a bere o a pestare una mignatta popoetica a caso – tradusse Inefficiency con ardore borchiato PRIMA di accorgersi che il buon John KillerBob avesse inserito versione italiana nel video ufficiale del singolo. Secondo Voi, geniali Lettori, il buon John KillerBob avvertì povero Daino ingenuo? No! Quel fetente del buon John KillerBob attese io terminassi tradurlo. Inutile lamentarsi, poi, se luogo comune vuole i Metallari «cattivi cattivoni cattivissimi», oh!


Inettitudine

Sento parole e senza la Lingua
è il basso continuo del borborigmo:
un idioma che si parla addosso,

senza oratori e senza spettatori.

Io so quanto basta per dirvi
dell’inazione – la stranezza
impedisce l’integrazione.

La mia perizia mi permette
definirvi: siete veleno
e mostrandomi superiore
sono costretto ad agire.

Ed io di voi farò naufragio
in un concerto senza verbo
tornerete senza clamore
al silenzio che vi sistema.

Senza radici senza scheletri
diamo spazio al vuoto.
Votati alla ragione,
diamo spazio allo spazio.

Sagome tratte nel triste grigio
di una materia monotona
diamo spazio alla meraviglia.
Senza pari, noi senza cloni,

al nulla – poi, faremo posto.

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http://www.liveus.it/articolo.php?id=259 Thu, 30 Jul 15 16:05:40 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=259
<![CDATA[ CARO TI AMO [risposta ad Elio] ]]>

Gentile Elio,

«Cara ti amo» perseguitò la mia adolescenza. Forti della paronomasia i miei giovani intrallazzi sbucavano all’improvviso spolmonando «Chiara ti amo» e tutto Tuo successo epocale. Per ore.
A distanza di lustri – credo sia doverosa una replica, sperando non offendere la conclamata emotività maschile.


«Caro ti amo»


Lei: eravamo fidanzati, poooooi, tu mi hai sfiancata, sono stanca delle tue motivazioni puerili...

Lui: Nooo – o – ooon è vero, tu non capisci la semplicità maschile, la mia muschiata genuinità si contrappone al tuo sciocco spiritualismo femminista...

... Ciononostante

Lei: Caro ti amo.
Lui: mi sento recluso.
Lei: Caro ti amo!
Lui: tu vuoi solo il mio pinolo.
Lei: Caro ti amo!
Lui: sono sposato ma lei non m’ha mai capito.
Lei: Caro ti amo!
Lui: non mi voglio sentire compianto.
Lei: Caro ti amooo!

(Musichetta...) (Il momento dell’horror ci vuole)

Lei: ti fermi da me?
Lui: mia moglie m’aspetta.
Lei: dormi pure da chi ti pare.
Lui: sei più fredda di un pezzo di ghiaccio.

Lei: vorrei leccarti le palle.
Lui: Vacca!
Lei: con te voglio solo fare all’amore.
Lui: Fighetta!

Lei: ti schifo, t’infamo e ti pianto più corna d’un cervo.
Lui: Ti amo!
Lei: sputo anche sangue per mantenerti e non ti cornifico.
Lui: ti lascio per una demente che non fa un cazzo da quand’è nata, è pure truzza ma è sempre allegra

Lei: prendo la pillola...
Lui: a chi lascio la mia eredità?
Lei: mantieni tu la creatura?
Lui: prendi la pillola.

... Ciononostante

Lei: Caro ti amo.
Lui: mi sento recluso.
Lei: Caro ti amo!
Lui: tu vuoi solo il mio pinolo.
Lei: Caro ti amo!
Lui: sono sposato ma lei non m’ha mai capito.
Lei: Caro ti amo!
Lui: non mi voglio sentire compianto.
Lei: Caro ti amooo!

(... giovani impotenti ...)

Lei: preparo la cena?
Lui: mi stressi.
Lei: sesso?
Lui: andiamo a mangiare al vegano!

Lei: mi metto una Fisherman in bocca e ti faccio un pompino thailandese dopo di che ti scopo allupato?
Lui: detesto ‘sta roba!
Lei: e allora come se per me fosse la prima volta?
Lui: non s’alza!

Lei: disse la gatta al lupo
Lui: oggi ti cresci il pupo!
Lei: disse il lupo alla gatta
Lui: sei solo una povera matta...

RITORNA RITORNELLO
(... Anf! Arf! Argh! ...)

Lei: ed ora usiamo i nostri sessi nell’attimo carnale che è proprio del darsi piacere?
Lui: no! Perché da quando mia mamma non mi stira più le camice sono troppo traumatizzato per fare altro e così mi lamento e ti strazio tanto tu mi capisci e sei bella dentro...
Lei: (un bel calcio nel culo?)
Lui: (no, che poi piango)

Lei: scoperesti con me domani sera?
Lui: sono depresso e forse m’impiccherò nel bagno.
Lei: beh, fammi sapere che così m’organizzo.
Lui: sono guarito.

Lei: buttiamola sul sesso?
Lui: ho bisogno di un amico.
Lei: e facciamo l’amico.
Lui: trombiamo!

Lei: io dico quel che penso.
Lui: ti voglio misteriosa.
Lei: ecco sono misteriosa.
Lui: sei uguale a tutte le altre.

Lei: tu sì che mi arrapi
Lui: non sono etero!
Lei: eccoti i soldi per l’analista.
Lui: eccoti l’etero!

Evviva il coglioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!


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http://www.liveus.it/articolo.php?id=258 Thu, 09 Jul 15 13:34:52 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=258
<![CDATA[ SPACE BOY: VINCE PÀSTANO E QUELLI DI. ]]>

Caro Dave Grohl, scusa.

Banalmente umana e, incidentalmente, femmina – mai sopportai essere «per complemento» la figlia di o la pupilla di... Proposi e imposi la mia individualità – e pedate e poi pernacchie e poi pestoni; e imposi la mia identità non identica e non eidetica: gavetta, gomito e ginocchia; studio speranza e scelta.

Scusa, Dave Grohl.

Per me sei sempre stato «il batterista di Kurt» [e non dei Nirvana, ma sono ossessioni mie] e mai compresi la Tua sofferenza. Càpita io voglia scrivere articolo per elogiare ultima Opera di Vincenzo Pàstano e... ?

Dave Grohl, scusami

perché la Tua storia è Storia. E ricordo un chitarrista che mi insultò: «il MIO chitarrista? Fottiti Niki, non siamo di Tua proprietà». Da quel giorno [oltre a smettere cantare] compresi sarebbe stato più utile AGIRE PAROLE PER ELOGIARE e correggere tiro: «il chitarrista che collaborò con me».

E quindi? Quindi è un po’ come Babe: tutti sappiamo chi sia, ma rimane «quella di» Dirty Dancing [vi sfido TUTTI ricordarne nome senza vaticinare Rete]. Per gli attori è ancora più dura liberarsi del personaggio. Solo il Duca si ammazza e si rigenera. Pure: Lemmy era il roadie di Hendrix. Chi lo ricorda? Lemmy – ORA – è Lemmy. Il Duca è il Duca e Vince Pàstano è Vince Pàstano. Punto fermo.

E quando mi giunse SPACE BOY di Vince Pàstano [regolarmente acquistato, così, neh? Non marchetto a gratis... Immaginarsi io marchetti pagando] fu scintilla sinaptica spolmonare: David Bowie! Hallo Spaceboy – prima ancora sapere fosse il Suo soprannome – e non Starman! Cazzo, Vince, inchino all’umiltà: Boy ≠ Man [e spazio vanta molte più definizioni di stella, ma queste sono masturbazioni linguistiche che Vi evito, incluso Dave Rodgers per titolo... ].

ASPETTO SAPERE COSA NE PENSI, mi scrisse LUI.

[E sono volatili per diabetici... Cazzi amari! Cosa vuoi che ne pensi, Vincenzo? Non pronosticai *QUANTO* sarebbe stata ardua recensire la Tua Opera senza sembrare lo facessi per *altri fini*. Lo compresi DOPO averla redatta e dopo metà dei miei contatti mi smarmellò anima con: «ma tu dai del Tu a Vincenzo Pàstano?». Anche a Tran Quang Hai, se è per questo, ma non polemizziamo].

Eccola, riassunta. Per quelli dei: SOCIAL.



SPACE BOY: le forme della sonorità nella musica contemporenea

Assenza della voce e centralità del ritmo, Spaceboy ribalta il concetto della musica non solo *ascoltata* ma quasi *subìta*: l’egemonia del testo e del virtuosismo narcisistico sono esperienze esperite che Vince Pàstano considera superate e pratica una ben più studiata pulizia. Il passaggio dal primato della *facilità modulata* a quello della *compostezza originale* è scelta che Direttori d’Orchestra e Classici rigorosi come Lorenzo Artù Pagliei amano e perseguono.
L’intento armonico si concretizza senza definirsi: colonna sonora? Riscrittura di un brano? Creazione astratta? Sinfonia mistica? Partitura rabbiosa? Sfuggire a qualsiasi definizione critica [inclusi echi: siano di Bowie; degli Abydion e la loro Heavy Mental Opera; di Mozart o di...].

Ed è questa la grandezza di Vince Pàstano: concertare un’Opera che gli assomigli e non assomigli ad altre.
O ad altri.
]]>
http://www.liveus.it/articolo.php?id=253 Tue, 23 Jun 15 23:37:41 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=253
<![CDATA[ Vota per Vendetta: Giuda Ballerino ]]>

Intro: C G C G

E segue: C E7 F G Am...

E senti come: «Time takes a cigarette puts it in your mouth. You pull on your finger, then another finger, then your cigarette». E chi? Uno suona, uno serve, uno stona: «ma lo sai che sei gialla?». Sarà la birra, sarà la luce che sbaglia, sarai pregna: di nicotina... Sarà che siedi con la gamba stesa e scansi con le stampelle sciami di pensieri: scacci pensieri come stracci da smettere, come tristi turisti molesti – nido nocivo di neuroni. Come dire, come pregare: silenzio! Cerchi calma, dopo l’ennesima colica, nella culla di un Cuba, un altro. Giro a vuoto: lo stomaco che ti manca per l’incubo che hai scelto. È il tuo lavoro! E come puoi prestare il corpo ai copioni, lo scheletro alle scene, se sei chiaramente claudicante? L’ultimo legamento sano, dei due puntelli dati – per piegare le ginocchia e rimanere a schiena dritta. Ora che paghi: la scelta di vita che non paga. Lo sai! Anche quel burocrate/politico ti sfrutta, con l’alibi della gavetta. Lo sai, ma fai finta di non saperlo. Fai finta, da sempre. Fingi. E [ti] mascheri. Figuri. E [ti] racconti una lucida bugia: vuoi crederci, nonostante... E affoghi colui che sventola un contratto che non firma. Non firmerà. Te l’ha fatto vedere, premiata profumeria, e hai corso troppo, hai dato tutto. Nulla di vero che tu possa stringere. Maledici quando hai dato l’addio, quando hai detto no al gancio, rifiutando/ripudiando ogni griglia di protezione. Quando hai barattato la soluzione con la spiegazione, ignorando la grata, ballando sul baratro. Maledetto quel quando ha deciso di. Incidere per palchi e incedere per parole. La nemica della piastrina: perché continui – a cavare cicatrici? Aumenti il numero di ulcere con un altro Aulin. Antidoto al dolore fisico. Che non puoi reggere oltre – le urla della memoria. E ritorni, in canto, nei corpi chiusi – in sala prove, carcasse di catrame e voglia di chiudere. Un pezzo. Una storia. Una porta che cancelli. «Tempo stringe – una sigaretta, la posa nel cavo della tua bocca, e levi: dito dopo dito – e dopo, poco dopo, ecco – la tua sigaretta...»

«The wall-to-wall is calling, it lingers, then you forget Oh, you’re a rock ‘n’ roll suicide You’re too old to lose it, too young to choose it And the clock waits so patiently on your song You walk past a cafe but you don’t eat when you’ve lived too long Oh, no, no, no, you’re a rock ‘n’ roll suicide». E non sai più se risate o se lacrime – per il tragico e per il comico. La tua vita è appesa/sospesa è a causa di un cibo infetto. Che ti ha corrotto, silente contrappasso: attraversi l’anoressia e quasi trapassi perché, finalmente!, torni a mangiare. Meditare e medicare: è la tua nemesi nutritiva che battezzi «il Giallo di Dio». Momento e memento: non si dimentica quando scopri che ti attacchi alla vita come un post-it che ha ancora qualcosa da dire. Proprio tu che stillavi, stratega suicida, sassi per scandali, sassi per andare a fondo. Riemerge il ricordo: «La storia di tutte le maggiori civiltà galattiche tende ad attraversare tre fasi distinte e ben riconoscibili, ovvero le fasi della Sopravvivenza, della Riflessione, della Decadenza, altrimenti dette fasi del Come, del Perché e del Dove. “La prima fase, per esempio, è caratterizzata dalla domanda ‘Come facciamo a procurarci da mangiare?’, la seconda dalla domanda ‘Perché mangiamo?’ e la terza dalla domanda ‘In quale ristorante mangiamo oggi?’». Geniale sintesi di Douglas Adams. Sono le pagine della tua pelle di paglia: qualcosa ha preso fuoco. E brucia. Chi è con te, ora? Ora che sai: non ne valeva la pena ardere per l’Arte, e stendere oltre il limite del tuo corpo e dei tuoi nervi. E quel mondo non era dorato come sognavi, come speravi. Per rincorrere quel mondo e scoprirne il volto vero, hai tolto la placca – spalancando il Tartaro. La bocca dell’Infero, dell’Infinito. «La cerchia chiama, indugia, poi si dimentica Dimentichi. Tu che [ dondola e rotola il suicida ] tu che sei: un suicida del rock ‘n’roll troppo vecchio per perderlo, troppo giovane per sceglierlo e l’Ora in attesa paziente tra le tue note passi avanti – un caffè – ma non mangi quando hai vissuto troppo a lungo [ quando ] sei un suicida del rock».



«Chev brakes are snarling as you stumble across the road But the day breaks instead so you hurry home Don’t let the sun blast your shadow Don’t let the milk float ride your mind You’re so natural – religiously unkind». E stinto il sole semina braci bianche sui cimiteri, esce la sera: adesso sei fuori. E non hai più paura. Di non essere capita. E non vuoi più farti fuori. E non porti più quel peso: dovere. Non devi più. Scrivere come si deve. Non devi più. Schiava come ti vuole. Non devi più. È solo: vivere. Come hai capito: vivere – non è “fare bene” il compito. Vivere è: non “farsi male” nel compiere. Non fare come impero impone, non farsi carico di tutte le colpe nel cuore. «I morsi della Chevy sono strida Mentre precipiti nella strada, ma il giorno spicca comunque, così cresce la corsa verso casa Non lasciare che il sole spenga la tua ombra Non lasciare che la mola di latte calchi la tua mente [ Non lasciare sia livella il come si deve come ti vuole ] Sei così naturale – devota mente insolente»

«Oh no love! You’re not alone You’re watching yourself but you’re too unfair You got your head all tangled up but if I could only make you care Oh no love! you’re not alone No matter what or who you’ve been No matter when or where you’ve seen All the knives seem to lacerate your brain I’ve had my share, I’ll help you with the pain You’re not alone». Vivo panico – la paura profuma il pericolo. E «la paura è propedeutica» e ti afferma nell’abbraccio di parole. Lui come lei. Loro. Tutti quelli presenti: ti regalano la forza che avevi finito. Parole e preghiere. Che ti fanno capire: ne vale sempre la pena. E sono con te, sono la tua famiglia proprio quelli che amano. L’Arte. Che sono: l’Arte dei sensi. Che cosa significa? Che la rete stringe maglie e magia: una coperta calda, ora che hai freddo. E congeli ogni diavolo. E rendi grazie a tutti i tuoi angeli. «No Amore! Non sei – da solo ti giudichi, ma sei troppo severo La tua testa tutta turbe E pure se solo potessi convincerti Se solo fosse degno di nota per te Amore, no! Non sei solo Non importa cosa o chi – sei stato Non importa il quando o in quale – hai visto Tutti i coltelli sembrano squarciare il tuo cranio Presa la mia parte, ti divido il dolore Non sei solo»

«Just turn on with me and you’re not alone Let’s turn on with me and you’re not alone Let’s turn on and be not alone Gimme your hands cause you’re wonderful Oh gimme your hands» e le dita non sono più tentacoli, e le dita non sono più i lividi sul collo per la gola che ti volevano, e le dita non sono più arti assassini, e le dita non sono più schiaffi secchi. Sono le dita e sono la mano, sono le dita dolci di un’unica mano di una voce unita che ubica, che ti tiene – salda e sicura – attraverso: qualunque Strada – si chiama Casa. E si solleva e ti solleva e più non si sprofonda e più non si soffoca. Spalanca: «Apriti con me e non sei solo Nudati con me e non è solitudine Tempo di ardere e non essere soli Tendimi le tue Digita con tatto ché sei tu una meraviglia Donami le dita le tue perché ti dico sei un miracolo Ora Dammi la mano».
E respira. A pieni palmi.

[ del Duca, della Dama – e si Dedica ]

Da: https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2009/06/25/rock-nroll-suicide/
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http://www.liveus.it/articolo.php?id=247 Sat, 30 May 15 21:54:54 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=247
<![CDATA[ Un bambino dice ad un altro ]]>

«La sai l’ultima dei Nirvana?»
«Un bimbo dice ad una bimba...»

One baby to another says
I'm lucky to have met you
I don't care what you think
Unless it is about me
It is now my duty to completely drain you
I travel through a tube

And end up in your infection

[Kurt Cobain]



Io devo ringraziare la mia pigrizia. Io sono pigro. E fortunatamente ho ripreso a scrivere. E se non fossi stato pigro sarei diventato un omicida anni fa, sarei uno di quelli che si legge sul giornale: «messo in stato di fermo cautelare il ventenne G.P. che ha esploso colpi d'arma da fuoco freddando più persone per motivi misteriosi. Gli inquirenti indagano sulle dinamiche». La prima persona che avrei fatto fuori sarebbe stata mio padre, ma tanto ci ha pensato lui stesso a costruirsi una vita di merda.

Fin da giovane e non per scelta ma per condizione, io ero: IL PENSATORE. Che cazzo avessi da pensare poi si può anche tralasciare. Appena nato non sapevano cosa non funzionasse in me, perché io non funzionassi come tutti gli altri bambini... I primi dottori sbagliarono completamente diagnosi e refertarono e riferirono a mia madre: «Signora suo figlio non succhia il latte perché è PIGRO!». Sic!
In realtà mi si stava rallentando il funzionamento di tutti gli organi e non avevo la forza per tettare. Anni dopo scoprirono che questa anomalia era dovuta a un recettore dell'acetilcolina e un tizio (grazie tizio!) capì quello che mi rendeva diverso e mi diede la medicina che assumo da 35 anni.
Pian piano ripresi le forze e col tempo tutto migliorò e si stabilizzò: alla fine la mia forma di patologia non è grave, proprio perché congenita e col tempo migliora. In Italia la abbiamo in tre. Potrei vantarmene...


One baby to another says: io non ero il disagiato, non avevo chissà cosa ma risultavo quello che faceva fatica anche se il mio quoziente intellettivo era superiore alla norma (e così mi dissero tra un test e un buco; un analisi e l’ennesima trasferta in qualche ospedale estero).
I don't care what you think: ovvio io mia sia ribellato fin da quando misi i piedi a terra, pur con la testa fortemente appoggiata sulle nuvole. Iniziai ad accordare il mio timpano interno, iniziai ad essere attirato dall’umanità teppista: i peggio ragazzini del quartiere li frequentavo io e non me ne fotteva un beneamato! Io dovevo fare quello che LORO facevano. Ed è stato così per un tempo che non voglio calcolare. Dalle persone tormentate alle dissociate; dai depressi ai criminali. Mi ricordo un figuro che mi disse: «cazzo ma hai soggezione di quel tipo lì e poi? Di me che ho due omicidi alle spalle non hai paura? E smetti di giocherellare con la mia beretta, cazzo! Prima o poi ti farai male... È carica! Cazzo!».
E lo stesso figuro, anni dopo, piangendo, mi confessò: «beato te! Tu hai un cognome PULITO, cazzo!».

Cazzo! La parola cazzo ha tante connotazioni quante la parola arte.
E in tutti i mondi che ho attraversato e che mi hanno attraversato – il rapporto disfunzionale è stato lo stesso, sempre: cercavo la devianza.
No, non ero un sociopatico conclamato nel corpo di una mammoletta; non ero un debole. Fragile forse, non debole. Ma avevo quella faccia. Ognuno ha la faccia che si merita? Siamo nel loculo comune di una natura scema, di una battuta fritta per servirla a chi vomita.
Rabbia.
Ero rabbia nel carcere di un corpo umano, rabbia nel corpo di un animale ferito alla nascita; ero rabbia prima che rabbia nascesse. Prima che nascesse l’animale – prima che l’animale si rassegnasse ad essere un uomo.
It is now my duty to completely drain you: non mi sono fatto mancare tutto il dolore che potessi guadagnare; forse ho collezionato più esperienze e più cicatrici dei miei coetanei ma sono uno scellerato con giudizio e non competo con le disgrazie dell’altro. Tutto quello che ho vissuto io l'ho scelto. Ho fatto cose che non avrei, in teoria, potuto fare e l'ho fatto proprio per la pratica che vince ogni cartomanzia medica.

Sbuccia il sole e regalami una risata: è una salvezza essere una comica bestiolina ferita dalla nascita. Devo ringraziare la mia pigrizia e la mia devianza: la mia rabbia ora è una risorsa. Se non fossi stato un animale ferito alla nascita, ferito dalla nascita non ti avrei neanche conosciuta e sarei stato solo un’anomalia per la statistica sociale e non sarei divertente e divertito come sono.
Ora non sarei qui con Te a parlare di quanto il mondo sappia di pistacchio, ricordandoti di non prendere – MAI MAI MAI – a martellate il frigorifero.

Ti amo da vivere.

[E non leggere il mio diario quando non ci sono. Fruga tra le mie cose e scopri come sono fatto. Finalmente abbiamo deciso il nome definitivo per il nostro gruppo: ci chiamiamo Nirvana]

Devo ringraziare la mia pigrizia.
Grazie della tragedia
ne avevo bisogno per la mia arte
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http://www.liveus.it/articolo.php?id=246 Wed, 27 May 15 18:56:03 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=246
<![CDATA[ Roberto Tiranti presentato ai Rimandapiaceri ]]>

QUESTA NON è UNA RENCENSIONE. E lo scrissi maiuscolo perché lo notiate. Ripetetelo in coro scattandoVi selfie: QUESTA NON è UNA RECENSIONE. Questa è una promozione. E la semplifico. Coraggio. Vi metto anche frasi stitiche. Telegrafiche. Comprensibili. Mantenete quei dieci secondi [stimati statisticamente] di attenzione.

TETTE! CULO! CAZZO! FICA!
Ho di nuovo la vostra attenzione?

Bene. Roberto Tiranti è Roberto Tiranti [e bella forza tautologica, ma se scrivessi RECENSIONE DEGNA dell’Opera di Tiranti citando Lévi-Strauss e Giovanni Sibilla con accenni allo Speculum musicae, mi schifereste spuntandomi. A ragione? Bah. Così è e mi adeguo. Recentemente un quindicenne mi chiese chi fosse il Duca… Facciamoci forza e procediamo].

TETTE! CULO! CAZZO! FICA!

Rieccoci. RieccoVi. Chi scrive parte dal presupposto che chi legga queste righe NON CONOSCA l’Arte di Tiranti [belìn: è Tiranti. E tutti abbiamo tutti i Suoi dischi. Tutti noi - vecchi]. E quale scopo scriverne per chi già Lo conosce e Lo rispetta? No. Il traguardo mio è presentarlo a CHI non lo conosce. Eresia? Davvero? Vi ricordo il quindicenne che ignora Bowie…
Il problema è: come PRESENTARE Roberto Tiranti e la Sua Opera a chi non lo conosce? Troppa offerta e troppo stimoli e non è populismo ma BUON SENSO CONTADINO. Il Triste Vero. Citando Operetta, Metallica e Realtà.

Presentiamo Tiranti e la sua ultima Opera – al bipede campione zero. Un bipede quindicenne impixellato di media e tecnocrazia e *divismo facile* che non conosce Bowie. E come Ti presento Tiranti? Lo cerchi su Wikipedia? Cerchi il sito? [Se non lo carica entro dieci secondi, dati alla mano, mio campione bipede zero, non lo consideri. E già mi sto dilungando troppo].

TETTE! CULO! CAZZO! FIGA!

Riassumiamo, mio campione bipede quindicenne. Perché DOVRESTI ascoltare e acquistare Roberto Tiranti? Primo perché NON *parla al cuore* [giuro non sia un cardiologo e non sia il cantante che sussurrava ai bypass]. L’hai capita? Ora Te la spiego: con la Sua voce potrebbe anche cantare Pum Pimpiripette Nusa Pimpiripette Pam e fare impallidire Montserrat Caballé. Fìdati. Potrei essere Tua nonna. E ho studiato davvero per poterlo scrivere.

E condensiamo Tiranti [lo so, mio bipede che hai fretta e devi scaricare applicazione nuova]. Dunque. Tiranti per estensione, precisione, potenza e pulizia: caga in cranio. Più chiaro e sintetico di così non riesco. E scelsi cranio NON a caso.
E ancora: Tiranti riesce TRADURRE vibrati complessi in espressioni elementari e quando canta *fammi esistere* sono muscoli e attributi che offre in dono sapendo che senza pubblico – ricevente… L’Arista – mittente e il Messaggio non esistono.

E non è mistero io sia parecchio trituracazzi quando si tratta di testi. [Musica e Voce abbiamo già appurato siano eccelsi, giusto?].
E non è segreto io fossi curiosa come scimmia psicotica. Tiranti che Opera in Italiano?
Penisolani miei – m’inchino e imparo. Tiranti solo riuscì mischiare “mozzarella e mantija”; “Police e P greco”; “Amici e Amarcord”. E nel recitato [non sembra, ma ascolto tutto] sfodera timbro e colori da attore consunto.

E se questo è ANDARE A MALE,
miei cari bipedi ignari, imparate BENE da Roberto Tiranti. Lui sa cosa implichi *sapere aspettare*

Voi, fateVI un favore: non aspettate sia morto per lodarLo.
E acquistarLo.



P.s. E orgasmai per quel *DESIO*
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http://www.liveus.it/articolo.php?id=241 Tue, 12 May 15 23:33:42 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=241